Una cosca emergente che era riuscita a coagulare il gruppo Bruni,(Bella Bellla), perdente su Cosenza, ma legato al clan dei nomadi e gli stessi zingari utilizzando anche i rapporti personali ovvero i matrimoni. Una ndrangheta capace di innovarsi. E’ cosi che il procuratore della DDA di Catanzaro Antonio Vincenzo Lombardo spiega l’ascesa della cosca Rango-Zingari disarticolata oggi nel corso dell’operazione congiunta di polizia e carabinieri scattata a Cosenza. “Maurizio Rango – dice Lombardo – ha sposato la nipote del boss degli zingari Franco Bruzzese, trovando cosi una perfetta sintesi tra interessi degli italiani e dei nomadi, ha riunito i Bruni non esitando ad eliminare Luca Bruni, il giovane rampollo dello storico clan di Cosenza scomparso il 3 gennaio del 2012 pochi giorni dopo la scarcerazione e che stava tentando di prendere le redini dell’organizzazione allo sbando dopo la morte del fratello Michele. Luca Bruni sarebbe stato ucciso e il suo corpo fatto sparire, omicidio per il quale nei giorni scorsi era stato fermato Maurizio Rango”. Una organizzazione che aveva di fatto scalzato i gruppi storici della ndrangheta cosentina acquisendo la leadership nelle attività illecite. Come sottolinea Lombardo “gli imprenditori e i commercianti venivano minacciati e vessati. Uno è stato portato, per fargli capire che non poteva scherzare, al cospetto di Franco Bruzzese, boss dei nomadi, lo scorso anno quando era ancora libero. Un altro a Paola si è visto rubare l’auto che poi gli è stata portata davanti al negozio e incendiata sotto i suoi occhi. Ma singolare anche la gestione delle case popolari dell’Aterp. Vendevano appartamenti occupati abusivamente o costringevano i proprietari a consegnarglieli per rivenderli. Taglieggiavano persino i parcheggiatori abusivi”. E proprio le indagini sull’omicidio di un parcheggiatore, Messinetti, a Cosenza ha consentito di ricostruire organigramma e attività del nuovo gruppo criminale. Fondamentali le dichiarazioni dei pentiti.