Le imminenti festività di Natale potrebbero riservare ai calabresi un paesaggio costituito da strade invase dai rifiuti. E' quello che si rischia in maniera concreta nei prossimi giorni a causa dei mancati pagamenti da parte della Regione Calabria alle aziende che operano nella filiera della raccolta e smaltimento dei rifiuti che vantano crediti maturati ormai da molti mesi. Se dovesse perdurare il blocco delle disposizioni di pagamento, ferme al Dipartimento Bilancio della Regione in attesa di autorizzazione, le conseguenze sarebbero il fermo totale delle attività. Questo l'allarme lanciato dalle principali imprese del settore operanti in regione, in un incontro con il Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca, designato dai colleghi ad assumere la carica di Presidente di Unindustria Calabria nel corso di questo mese.«La legislatura appena conclusa - ha detto il Presidente Mazzuca - tra le tante e note criticità e le perduranti difficoltà legate al lungo periodo di crisi, ci lascia come pesante eredità il problema dei rifiuti. Una questione che non si è intesa di affrontare, fino al punto da far venire meno il numero legale al momento della discussione e del voto relativo alle proposte predisposte dallo stesso assessore in carica tese a superare la situazione di stallo che per questo motivo ancora perdura». «Saremo costretti a fermarci - hanno dichiarato i rappresentanti delle aziende - perché a fronte dei tanti crediti vantati e per i quali non si intravvedono tempi certi nella liquidazione, abbiamo assunto altrettanti impegni nei confronti dei nostri lavoratori (circa duemila), dei fornitori e del sistema bancario che si dice impossibilitato a sostenerci oltre gli attuali limiti delle esposizioni raggiunte da tute le nostre imprese. Basterà che una sola delle aziende interessate attivamente nella filiera si fermi, per rendere vano il lavoro di tutti ed i tanti sforzi compiuti dalle imprese, dalle amministrazioni più illuminate e dai cittadini in direzione del recupero virtuoso dei rifiuti che ha consentito, in poco tempo, di passare dalla media del 15% riscontrabile nel 2011, ad oltre il 50% della fase attuale».