“La stagione del cambiamento che abbiamo inaugurato è irreversibile. Nessun tipo di resistenza potrà ostacolare riforme necessarie ed urgenti. Siamo animati da un obiettivo semplice, rivolto esclusivamente alla tutela del bene comune. La nostra ambizione è quella di costruire una Regione “normale”. E' questo l'incipit della replica del governatore Oliverio al sindaco e presidente della provincia di Cosenza Mario Occhiuto. "Una Regione che non sia fonte di sprechi e di privilegi, ma amica dei calabresi e che non sia un ostacolo alla crescita della Calabria. Passo dopo passo vogliamo creare, così, le precondizioni per ridare la speranza di un futuro alle giovani generazioni. Sbaglia chi si attarda nei vecchi vizi della politica. Si metta da parte, dunque, il politichese e ci si rimbocchi le maniche. Mi rivolgo anche a chi oggi tenta goffamente di interpretare il ruolo di oppositore dopo essere stato co-protagonista e responsabile dello sfascio amministrativo ed istituzionale di questa regione. Vogliamo lavorare alle possibili migliori riforme e, perfino a costoro, se ne hanno voglia e capacità, pur se collocati alla opposizione, è data la possibilità di riscattarsi agli occhi dei calabresi. E’ sufficiente che si misurino sul merito ed abbandonino pretestuosità e strumentalità. Non godono di nessuna credibilità invece se, quando ancora il treno delle riforme non è partito, si lasciano andare nel linguaggio di una opposizione stanca e inconcludente. Anche al sindaco della città di Cosenza dico che, per quanto tardivo, ben venga oggi il suo richiamo all’impegno della Regione per rimuovere le gravi criticità della sanità. Sono sinceramente soddisfatto che la mia elezione a presidente della giunta regionale abbia potuto scuotere l’interesse di un sindaco che fino a qualche mese fa era stato silente e passivo di fronte al progressivo e quotidiano disfacimento del presidio ospedaliero dell’Annunziata, avvenuto in questi anni di governo di centrodestra. Dico ciò perché davvero sul merito dei problemi gravi che vive la nostra regione c’è bisogno di uno sforzo collettivo e di un confronto libero da precostituzioni determinate dal colore delle magliette di appartenenza. Ciò non significa rinunzia alle proprie idee e alle proprie posizioni politiche. Per quanto mi riguarda non ci sono recinti e chiusure, se c’è reale disponibilità ad accelerare e non ad ostacolare il cambiamento”.