All’ospedale civile di Cosenza si viaggia in regime emergenziale. Sono state assunte misure drastiche come il blocco dei ricoveri, c’è l’allarme per la radiologia interventistica, che pesa sulle sole spalle del primario, ci sono reparti in affanno oltre la situazione esplosiva del pronto soccorso. Ora i sindacati medici lanciano l’ennesimo ultimatum: da lunedi 26 gennaio parte lo stato di agitazione simbolica che culminerà con uno sciopero generale il 26 febbraio di tutto il personale medico e paramedico se la situazione resta immutata. A determinare la nuova protesta il nulla di fatto nell’incontro informale avuto con il presidente della regione Oliverio. Il governatore ha alzato le mani: fino a quando non sarà nominato il commissario alla salute non si può fare un bel niente. Già il commissario alla salute. Un atto fondamentale per una regione in piano di rientro, che da ben due mesi ha un nuovo governo regionale e che per questioni tutte e solo politiche non viene assunto. Il governo nazionale si decida a sciogliere il nodo: nomina di un tecnico come prevede la legge di stabilità o incarico al presidente Oliverio, autorizzando una deroga, come lo stesso chiede con forza. Non si può continuare in questo limbo, la crisi della sanità regionale è tale che richiede una gestione immediata, piena, operativa come affermano i medici di CGIL - CISL - UIL - ANAAO – FASSID – CIMO – AAROI - ANPO-ASCOTI-FIALSI MEDICI – ANAAO dell’Annunziata. Questo stallo non consente, sottolineano- nessun tipo di strategia per migliorare l’assistenza ai pazienti e le condizioni di lavoro per medici e paramedici. Qui serve e con urgenza integrare gli organici soprattutto nei reparti dell’emergenza-urgenza. Non si può subordinare il diritto alla salute dei cittadini agli equilibri interni ai partiti e alle maggioranze.
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