C’era anche l’associazione che “promuove valori come la cortesia e la gentilezza” (così è stata definita dai propri rappresentanti) e che si occupa fra l’altro dell’accompagnamento scolastico ai bambini rom, mercoledì pomeriggio, nel salone degli specchi del palazzo della Provincia, all’incontro tematico indetto dal sindaco Mario Occhiuto. L’appuntamento è stato organizzato dal Comune con don Antonio Mazzi (padrone di casa insieme ad Occhiuto) e con la comunità Exodus che ha da poco inaugurato una sede a Cosenza (accanto al sacerdote, anche la collaboratrice locale Debora Granata e la referente di Milano). L’iniziativa ha ricevuto un notevole e incoraggiante numero di adesioni, a testimonianza del fervore di queste realtà, nonostante la giornata fosse stata caratterizzata da una fitta nevicata sulla città che avrebbe anche potuto portare ad assenze giustificate. Al contrario, invece, al tavolo erano in evidenza tante presenze ed entusiasmo. La finalità? Costituire una rete operativa delle associazioni del e sul territorio, unendo le forze allo scopo di offrire servizi di volontariato sempre più efficienti. Alla base delle associazioni che si occupano del sociale, è noto, c'è il dare amore senza ricevere nulla in cambio: nel corso del confronto alla Provincia questo concetto è stato ripetuto più volte.
Dopo la presentazione dei singoli esponenti, don Antonio Mazzi è poi intervenuto per fare da anello di congiunzione agli intenti comuni di collaborazione.
“Dobbiamo ricordarci alcuni princìpi che spesso dimentichiamo, principi facili da dire e difficili da applicare - ha esordito il fondatore della comunità che accoglie soprattutto ragazzi difficili - La prima cosa da metterci in testa è che dobbiamo riaffermare all’interno della Chiesa che la sua prima attività non è predicare ma stare con i poveri. Quando si dice ‘beati i poveri’ dobbiamo davvero fare in modo che i poveri siano la priorità”.
Don Mazzi, 85 anni di energia e slancio ottimistico, ha insistito molto sul principio della condivisione come volto della Chiesa nonché sulla missione superiore di aiutare gli ultimi come stile di vita. “Dobbiamo credere che l’impossibile sia possibile - ha detto - Perché l'Italia non è fatta solo di politici corrotti. C’è tanta gente per bene che, certo, oggi non è la maggioranza. Il bene non può essere la maggioranza, come il sale che si mette nella minestra è sempre in piccola quantità”. Ai volontari attenti ad ascoltarlo, don Antonio Mazzi ha parlato, attraverso i suoi aneddoti, di educazione sentimentale e prevenzione. “Chi ha bisogno di noi – ha aggiunto – ci deve vedere con facce non tristi: negli ospedali dobbiamo trasmettere soprattutto di essere anime serene. Dobbiamo trasmettere la speranza. Dobbiamo lavorare insieme anche per convertire la coscienza critica della Chiesa, non dobbiamo pensare di cambiare il mondo, dobbiamo pensare che facendo volontariato diamo significato alla nostra vita. È difficile ma non è impossibile essere ottimisti. Non spendete i soldi per fare baracche o comunità, ce ne sono già tante, spendiamoci per creare incontri”. Dunque, l’esortazione a scendere per strada fra i disagiati: “Quanto può cambiare il mondo con una parola? Tanto”. Il sindaco Mario Occhiuto, accompagnato dal capo di Gabinetto di palazzo dei Bruzi Carmine Potestio, ha applaudito con gli altri, aggiungendo: “Cosenza ha una grande realtà associativa che ne rappresenta la ricchezza. È una città che offre molto volontariato”.E appunto da qui si è partiti avantieri, da un percorso comune che miri a tracciare una rete per non disperdere il bene più grande di tutti: l’altruismo verso i deboli.