L’annuncio dello sblocco del turn over fatto dal governatore Oliverio e dal commissario Scura partendo dalla copertura delle emergenze, aveva riacceso le speranze che all’ospedale di Cosenza, quello che vive le maggiori criticità per la carenza di personale, che ha visto una mobilitazione costante dei medici per mesi come mai successo in Calabria per chiedere di essere messi in condizioni di poter lavorare. Speranze che si sono subito spente vista la piega che hanno preso le decisioni del dipartimento alla Salute. Al momento nessuna assunzione in pronto soccorso, solo un neuroradiologo precario in servizio da anni. Ma niente stabilizzazione per i tanti precari che in molti casi e da molti anni reggono i reparti, niente concorsi. Le carenze di personale verranno coperte attingendo dalle graduatorie delle altre province, o per dirla più chiaramente, da quella del Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Ricordiamo che nel 2009 all’azienda ospedaliera bruzia non fu concesso di bandire il concorso a differenza del Pugliese Ciaccio. Prendere o lasciare ha ammonito solo ieri il sub commissario Urbani. Ed è qui la beffa. Perché nel frattempo al mater domini il policlinico universitario vengono autorizzate 80 stabilizzazioni, tra medici e operatori socio sanitari e il Pugliese Ciccio diventa sede di un concorso per 200 assunzioni di cui il 50% per i precari. Ancora una volta Cosenza penalizzata sul fronte sanitario. E qui – sottolineano i sindacati medici che hanno indetto una assemblea, precari inclusi per lunedi prossimo – non si sta giocando una partita puramente campanilistica nonostante l’evidente baricentricità della città capoluogo di regione. Intanto c’è un discorso di giustizia sociale oltre che di opportunità. Innanzitutto, sarebbe doveroso stabilizzare, magari con un piano triennale i precari in servizio presso l’ospedale bruzio. E poi quanto puàò essere opportuno anche a livello di produttività avere dei medici che sono costretti a fare la spola quotidianamente tra tra Cosenza e Catanzaro? Gli operatori sanitari cosentini sono pronti ad una nuova mobilitazione e questa volta non escludono azioni escludono azioni eclatanti per difendere l’ospedale e il diritto alla salute dei cittadini, troppe volte sacrificato sull’altare di interessi altri.