Vogliono un incontro urgente con il governatore Oliverio o l’assessore regionale al lavoro i lavoratori in mobilità in deroga che questa mattina sono tornati a protestare occupando gli uffici dell’INPS a Cosenza. Sono stanchi delle promesse disattese, stanchi di questa situazione che si trascina da anni, cambiano i musicisti, dicono, ma non la musica. Non percepiscono i sussidi da un anno, qualcuno anche di più e nonostante nelle altre regioni il 2014 sia stato saldato, qui per ragioni incomprensibili i mandati sono fermi, bloccati nella palude della burocrazia. Mancherebbe una semplice correzione e loro sono decisi a mantenere l’occupazione fino a quando il direttore dell’INPS non arriverà con i mandati pronti. L’esasperazione si tocca con mano e richiamano anche le conseguenze tragiche come il recente suicidio di un lavoratore a Reggio Calabria. Si può stare, urlano, un anno senza percepire il sussidio? Come si fa a vivere senza che per mesi entri in casa un euro? Come si fa a fare la spesa, pagare le bollette? Si può continuare a giocare sulla pelle dei lavoratori? Si può assistere ad un rimpallo infinito di responsabilità quando in gioco ci sono i livelli di sopravvivenza? Come si fa a non sentire la responsabilità di persone famiglie disperate il cui destino dipende dalla celerità di una pratica, da una firma?
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