“Resterò a Cosenza”. Commosso e convinto di restare nella città dove è stato Arcivescovo per 10 anni. Subito dopo aver ricevuto, nella sala della adunanze della Provincia, la cittadinanza onoraria dal Consiglio comunale di Cosenza (19 voti a favore e tre contrari, espressi questi ultimi dai consiglieri Roberto Sacco, Giovanni Cipparrone e Cataldo Savastano), Mons.Nunnari, Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano, pochi giorni prima di lasciare la titolarità della Diocesi cosentina, per raggiunti limiti di età, al nuovo Arcivescovo, Mons. Francesco Nolè, ha fatto un annuncio importante. “Quello cosentino è un popolo che mi ha accolto dentro. Avevo detto a chi ha insistito tanto di lasciar perdere perché mi sentivo già cittadino a pieno titolo, come ha dimostrato l’accoglienza che mi è stata tributata ieri sera in Duomo dal bagno di folla che mi ha trattenuto con sé per un’ora e trenta. Quella stessa folla che mi ha acclamato chiedendomi “si fermi con noi!”. Avevo l’idea di tornare a Reggio, ma l’insistenza sincera mi ha convinto a fermarmi qui in un appartamento in seminario, quello già occupato in passato da Mons.Agostino”. Nel suo intervento di ringraziamento al Sindaco Mario Occhiuto, al Presidente del Consiglio comunale Luca Morrone , alla giunta comunale e a tutto il Consiglio comunale, Mons.Nunnari ha rimarcato di “aver imparato a Cosenza molte cose, ritrovando in questa nobilis civitas molte ricchezze". C’è nella sua breve, ma intensa relazione l’elenco delle cose fatte e tra queste il presule ricorda il perdono chiesto in occasione della Festa della Madonna del Pilerio per le vicende dell’Istituto Papa Giovanni di Serra d’Aiello. C’è anche dell’amarezza nelle sue parole. Un’amarezza che ha turbato il clima di festa. “La democrazia compiuta – afferma ancora Mons.Nunnari – presuppone una dialettica tra maggioranza e opposizione, tra chi è d’accordo e chi non lo è. Ci può essere dissenso, ma anche in democrazia c’è il rispetto. Sulla vicenda dei rom sono state dette questa sera delle inesattezze. Una volta ero andato in vacanza per qualche giorno a Reggio. Mi telefona l’allora questore Anzalone e mi spiega: “i rom vogliono lei”. Tre ore sono stato con loro, senza lasciarli. Stasera è stata offesa la verità, l’acredine non è segno di democrazia.
I rom per me sono come fratelli anche se, in quest’ultimo periodo, hanno cambiato religione. Certo i problemi sono tanti. Per occuparci di quelli di Via Popilia abbiamo dato vita ad un Centro finanziato dalla Charitas. E poi i giovani che sono stati il mio canto e la mia speranza. Dare un briciolo di speranza ad un giovane è molto importante”. E ribadisce la sua scelta: “Io resto a Cosenza”.
Mons.Nunnari ha ricevuto dal Sindaco Mario Occhiuto la tradizionale pergamena con la motivazione della cittadinanza onoraria: “per non aver fatto mai venir meno il suo sostegno morale, spirituale e sociale di Pastore e di Educatore, richiamando costantemente la società calabrese al perseguimento di valori etici alti nel raggiungimento del bene comune e per essersi reso promotore ed interprete straordinario della valorizzazione e della promozione della dignità umana, nel corso della sua lunga attività pastorale”. Il presule ha ricambiato donando al Sindaco e all’Amministrazione comunale un’icona di argenteria russa del XV-XVII secolo.
Nel suo intervento il Sindaco Mario Occhiuto ha subito esordito affermando che “oggi è anche uno di quei giorni in cui si rinsalda e ribadisce il legame di vicinanza rispettosa, cordiale e collaborativa che unisce la Chiesa cosentina alle istituzioni della Città e alle varie espressioni della vita sociale di tutto il territorio della nostra Diocesi.Siamo onorati, ed anche emozionati – ha aggiunto Occhiuto - di avere nostro ospite un uomo di fede che ha lottato contro le ingiustizie. Il conferimento della cittadinanza onoraria è un omaggio dovuto per l'esempio di stile di vita semplice ed attento agli altri, per la solidarietà e la sua passione per l'umanità."
Caricamento commenti
Commenta la notizia