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Referendum statuto
centrodestra diviso
assist a Oliverio

“La mancata presentazione del referendum sulla riforma dello statuto ha prodotto tre effetti sicuri. Primo, un inaspettato e provvidenziale soccorso per un centrosinistra agonizzante e per un Presidente della Regione già arrivato a fine corsa dopo soli otto mesi. Secondo - spiegano i consiglieri regionali del Gruppo misto Fausto Orsomarso e Mimmo Tallini - la balcanizzazione del centrodestra, dove anche gli impegni sottoscritti ufficialmente vengono modificati in corso d'opera dai singoli  dalla sera alla mattina senza avvertire la necessità di un confronto con la propria area politica e con i colleghi del consiglio regionale, scoprendo invece da indiscrezioni di stampa che hanno ravvisato la necessità di un confronto personale con il Presidente Oliverio. Terzo, l’evaporizzazione, dopo appena poche settimane, della rivincita ottenuta alle elezioni amministrative con la conquista di Vibo Valentia, Lamezia Terme e Gioia Tauro che aveva dato ai nostri elettori la percezione di un centrodestra unito e vincente. Un capolavoro politico di cui andare davvero fieri e che i ‘principali attori’ dell’operazione (l'intero ufficio di coordinamento di Forza Italia) avrebbero il dovere di spiegare al nostro elettorato. Non convincono, ovviamente, i tecnicismi dietro cui si nascondono coloro che hanno lavorato per insabbiare il referendum. Gli approfondimenti effettuati dagli uffici regionali hanno confermato che sarebbe bastata la presentazione del documento con in calce le otto firme raccolte per avviare l’iter referendario. L’unico argomento che resta in piedi riguarda i costi. Ma - aggiungono Orsomarso e Tallini -  se davvero tutti i consiglieri regionali e tutte le forze politiche ritengono che la Regione Calabria non possa sopportare il peso del costo della democrazia, allora perché non si ha il coraggio di eliminare dallo statuto regionale l’istituto del referendum? Pare di capire che mai il popolo calabrese avrà la possibilità di esprimersi, poiché ci sarà sempre qualcuno che solleverà il problema dei costi insopportabili. Il referendum avrebbe avuto sicuramente dei costi, ma sicuramente inferiori a quelli che subirà la collettività calabrese per il pagamento dei sette assessori esterni che – grazie al ritiro del referendum – il presidente Oliverio nominerà nei prossimi giorni (al lordo costeranno circa un milione di euro all’anno, per cinque anni).

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