Lettera aperta della segreteria Cgil di Cosenza indirizzata al Presidente della Regione Mario Oliverio e al Ministro dell'Ambente e Tutela dell' Ambiente e Tutela del Territorio Gian Luca Galletti in merito al presunto interramento di scorie radioattive in provincia di Cosenza. Il sindacato chiede la bonifica del territorio. Di seguito il testo integrale della missiva. "E’ con non poca preoccupazione che abbiamo letto sulla stampa locale delle rivelazioni rilasciate da un collaboratore di giustizia cosentino relativamente a rifiuti tossici – potrebbe trattarsi persino di scorie radioattive – che sarebbero stati interrati nelle campagne del Comune di Lattarico in provincia di Cosenza. Ancora una volta, dunque, il territorio cosentino mostrerebbe una vocazione quale sito di elezione per una delle attività più proficue per la criminalità organizzata, rivelandosi le consorterie locali una sorta di “dependance” del clan dei casalesi. Nel caso in questione, infatti, l’intermediario sarebbe un avvocato napoletano, già a processo per vicende legate allo smaltimento illegale di rifiuti tossici e dannosi nella sua regione, che avrebbe acquisito la complicità di un imprenditore cosentino in cambio di ricchi appalti al Nord. La CGIL da diversi anni è in prima linea nella difesa del territorio e della salute dei cittadini. Basti ricordare l’imponente manifestazione tenutasi ad Amantea il 24 ottobre 2009, per chiedere la verità sulle cosiddette “navi dei veleni”, ovvero navi contenenti rifiuti tossici e radioattivi che sarebbero state affondate al largo delle coste del Tirreno, vicenda purtroppo mai sufficientemente e definitivamente chiarità da parte delle autorità competenti. O, ancora, la scelta della CGIL di Cosenza di costituirsi parte civile nel processo a carico di privati e imprenditori per disastro ambientale, avvelenamento delle acque e discarica abusiva nella Valle del Fiume Oliva. O, infine, l’analoga scelta compiuta dalla CGIL di Castrovillari nel processo contro l’azienda tessile Marlane di Praia a Mare - il primo grado si è purtroppo concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati – laddove, dopo la chiusura dell’insediamento produttivo, è rimasto il sito da bonificare .a causa della presumibile presenza di scorie e scarichi industriali pericolosi per la salute, tanto che si sarebbe verificato il decesso per tumore di oltre cento ex dipendenti di quella fabbrica. Si tratta, a nostro avviso, soltanto della punta dell’iceberg – come si dice in questi casi – e benché sia ormai acclarato che il traffico dei rifiuti pericolosi e delle scorie radioattive sia una delle attività più redditizie per le cosche mafiose, ci pare quanto meno allarmante il silenzio delle istituzioni, alle quali chiediamo invece che non solo si verifichino concretamente le tante affermazioni rilasciate nel corso degli anni da diversi esponenti della criminalità calabrese sulla materia, ma che si programmino tutti gli interventi necessari alla difesa, alla bonifica ed alla riqualificazione del nostro territorio, perché non diventi, nell’indifferenza generale, un’altra “terra dei fuochi”. Per quanto ci riguarda, da qui a breve, prenderemo contatti con le associazioni, i comitati spontanei, i tanti cittadini che esigono risposte e certezze e assumeremo insieme a loro tutte quelle iniziative che possano servire a difendere un territorio che nonostante le aggressioni, l’incuria, la speculazione, la criminalità, può ancora essere la prima risorsa per il rilancio della nostra economia. Certi della sensibilità e dell’attenzione che vorrete dedicare alle problematiche più sopra evidenziate, cogliamo l’occasione per inviare i nostri migliori saluti."
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