Cosenza e Marulla, un legame indissolubile. I primi due murales dedicati dall’Amministrazione comunale alla memoria di Gigi Marulla, compianto bomber del Cosenza calcio, adesso non solo sono l’uno attaccato all’altro, in una sequenza continuativa che vedrà diventare questa stessa parete prima del ponte Mancini la “parete dei campioni, ma è come se il secondo fosse adagiato sul primo, con una naturale consequenzialità non soltanto stilistica ma densa di significato. “La figurina lasciata vuota dall’artista Favelli ha un senso sottile, mentre la raffigurazione accanto, diretta, esplicita, creata da Lucamaleonte, ha davvero il sorriso che mio padre avrebbe se ancora fosse in vita, guardando quello spazio vuoto”. Le parole di Kevin Marulla, questa mattina, fanno sembrare le polemiche di qualche settimana fa un ricordo lontano e danno il senso di come l’arte, anche (soprattutto) quando fa discutere, alla fine superi le divisioni con la potenza del messaggio che trasmette. L’opera di Flavio Favelli, la prima, com’è noto aveva fatto scaturire un dibattito: a parere di alcuni, troppo concettuale, mancante di quell’impatto visivo che i tifosi, subito dopo l’improvvisa scomparsa di Gigi Marulla lo scorso 19 luglio, chiedevano a gran voce. Ma forse risiede proprio in questo confronto discordante, in fin dei conti, il successo del dipinto di Favelli diventato comunque importante presidio di commemorazione e integrato successivamente dagli stessi tifosi con la scritta gigante “Gigi Marulla”, nell’ottica di una condivisione popolare. E se l’opera precedente dedicata a Marulla è un rimando all’assenza che pesa, questa invece è la presenza che ci sarà sempre: il bomber è di spalle, col numero 9 della maglia rossoblù in posa su chi osserva e guarda di sbieco con quel sorriso leggero che andava oltre i veleni del calcio e della vita, appoggiando gli occhi divertiti sul murales lì a fianco.
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