La prima picconata per gli scavi di Alarico è stata data questa mattina, nel corso della conferenza stampa, presso la Camera dei Deputati di Roma, quando il progetto è stato presentato alla stampa internazionale. Il presidente della Provincia e sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, insieme al giornalista e studioso Francesco Sisci, al geologo Amerigo Giuseppe Rota e al sindaco di Mendicino Antonio Palermo, hanno illustrato le fasi che precederanno la campagna di scavi vera e propria alla ricerca della sepoltura del re dei Goti. La storia è nota: Alarico, di ritorno da Roma dopo il sacco durante il quale portò via carri carichi d’oro e preziosi e, secondo alcuni, anche la Menorah, morì a Cosenza. Da 1600 anni quel leggendario tesoro giace lì, probabimente sotto il letto del fiume Busento o nei suoi pressi. Nessuna campagna di scavi era mai stata tentata, in modo scientifico e ufficiale, per tentare di scoprire dove questa fortuna sia conservata, nascosta dalle nebbie dei secoli, fino ad oggi. Rota, componente del Comitato scientifico Alarico, ha spiegato come la fase della ricerca preveda l’utilizzo dei più moderni mezzi che la tecnologia moderna mette a servizio dell’archeologia: dai droni ai georadar, dalla proiezione magnetometrica alla geosismica. Saranno utilizzate diverse tecniche per individuare anomalie del terreno che possano rispondere alle caratteristiche di una sepoltura, in cinque zone già individuate che corrono lungo il fiume e che intreccia i territori di Cosenza, Mendicino, Carolei e Domanico. Solo successivamente a questa mappatura, e in base ai risultati acquisiti, si procederà alla campagna di scavi vera e propria. E riguardo agli scettici, i sindaci Occhiuto e Palermo hanno sottolineato che Alarico non toglie assolutamente nulla alle storie prestigiose di cosentini che hanno reso illustre il territorio, come il filosofo Bernardino Telesio, ma che si tratta solo di un’altra storia da raccontare, e che come tale merita di essere ricordata.