Ad appena 31 anni Carmine Cristini (foto piccola) ha già vissuto parecchie vite. La prima da giovanissimo rapinatore bramoso di scalare le vette della criminalità organizzata cosentina. Poi quella del collaboratore di giustizia, scelta rinnegata alla fine dello scorso anno con una lettera affidata a “Gazzetta del Sud”. Nella missiva recapitata al nostro giornale Cristini rivelò di aver abbandonato il programma di protezione per fare ritorno a Rende, rimangiandosi così tutte le dichiarazioni rilasciate all’autorità giudiziaria, “soffiate” spesso usate dall’Antimafia. Infine, pochi giorni dopo la sua clamorosa uscita pubblica, per il 31enne si riaprirono le porte del carcere con un’accusa pesantissima: omicidio. Nel mese di dicembre, infatti, Carmine Cristini è stato arrestato per l’assassinio di un suo vecchio amico, il 29enne Stanislao Sicilia, ammazzato con sette colpi di pistola calibro 9 a Montalto Uffugo. Un caso che tra meno di due settimane varcherà le porte del Tribunale, quando prenderà il via l’udienza preliminare incardinata su quel delitto.