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Mignolo si difende: non ho ucciso Taranto

  «Sono innocente. Non ho ucciso Antonio Taranto». S’è difeso Domenico Mignolo giovedì mattina dinanzi al giudice delle indagini preliminari, Francesco Luigi Branda, il quale lo ha sentito subito dopo la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare che lo stesso gip ha emesso nei confronti del 28enne ex pizzaiolo già detenuto. Secondo la ricostruzione della procura cittadina è stato lui lo scorso 29 marzo a sparare colpendo a morte il 26enne Antonio Taranto tra i palazzoni di via Popilia. Mignolo s’è presentato dinanzi al giudice affiancato dai suoi avvocati di fiducia: Andrea Sarro e Filippo Cinnante. S’è formalmente avvalso della facoltà di non rispondere, anche perché né lui né i suoi legali avevano avuto il tempo di leggere il provvedimento del gip e quindi vagliare le contestazioni formalizzate nei suoi confronti dal procuratore Dario Granieri che ha coordinato le indagini assieme all’aggiunto Marisa Manzini e ai sostituti Donatella Donato e Antonio Tridico. Domenico Mignolo ha però reso dichiarazioni spontanee e s’è riservato la possibilità tra qualche giorno, dopo avere letto il provvedimento, di chiedere un interrogatorio formale per dare la sua versione dei fatti mirata a smontare le accuse. Che lo indicano come unico responsabile della morte del giovane all’alba della domenica delle Palme. Un giorno di festa dal grande significato religioso, in via Popilia diventato un giorno di lutto

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