Per il centrosinistra bruzio il percorso che conduce alle amministrative di primavera è costellato ancora da tante incognite. A rompere gli indugi, però, ci ha pensato l’avvocato Enzo Paolini, che lunedì sera, in un’affollata sala del cinema Modersissimo e al cospetto di numerosi esponenti delle istituzioni, s’è detto pronto a scendere in pista. C’era anche qualche renziano alla manifestazione politica, ammesso che valgano ancora i distinguo tra le varie anime del Pd. Almeno a queste latitudini, dove si invoca l’unità della coalizione per tentare di strappare la guida del Comune al centrodestra. Unità che al momento sembra lontana. Paolini, insomma, ha sancito la sua discesa in campo e se questa dovesse passare attraverso la girandola delle primarie, ben venga la competizione tra più pretendenti dello stesso schieramento. Il Pd, comunque, resta abbottonato, evitando di sbilanciarsi su una materia ritenuta abbastanza complessa. I segretari di partito, tanto Ernesto Magorno (che gestisce il regionale) quanto Luigi Guglielmelli (alla testa del provinciale), prendono tempo, come se ce ne fosse a sufficienza per decidere sulle scelte future. Eppure da settimane opera un comitato di esperti, intento a dirimere incomprensioni e polemiche, ma il tanto sospirato tavolo del confronto stenta a decollare. Difficilmente si riunirà nei prossimi giorni ma lo scambio di auguri fissato per il 31 dicembre alle ore 11 nella sede cittadina dei democrat potrebbe essere l’occasione giusta per una fugace chiacchierata tra amici. Di progetti e investiture si parlerà in modo approfondito appena dopo le feste. Nella federazione del partito, intanto, compresa anche Cosenza, pare sia stata recapitata una lettera dalla dirigenza nazionale che annuncia la celebrazione delle primarie nei Comuni chiamati al voto. La data indicata è quella del sette Marzo. Non più, dunque, il venti dello stesso mese, nè Febbraio come richiesto da taluni dirigenti del Pd durante la Leopolda di Firenze. Ciò significa accelerare sulla tabella di marcia e sciogliere le riserve proprio rispetto a programmi e candidature. La selezione degli aspiranti sindaco sembra una condizione imprescindibile al momento. Ma chi si presenterà ai nastri di partenza qualora non si dovesse arrivare a una soluzione condivisa? Paolini si è proposto e il nome del leader del Pse ha incassato numerosi consensi l’altra sera al Modernissimo. Stuzzica anche l’ipotesi Marco Ambrogio, ritenuto negli ambiente democrat un giovane valido e carico di buoni propositi. Il vice capogruppo del Pd in Consiglio comunale accarezza questa idea da mesi e seguita a sondare il terreno. E poi c’è Giacomo Mancini, legato a livello nazionale all’ex forzista Denis Verdini. Non sarebbe azzardato, pertanto, vederlo competere per la fascia tricolore in quota Pd. Da aspirante sindaco lavora anche il manager dei vip, Lucio Presta, intenzionato a marciare verso Palazzo dei Bruzi alla testa di un raggruppamento civico. Qualcuno lo avrebbe accostato al Partito democratico per via della sua amicizia con il premier Matteo Renzi, ma non sembra affatto affascinato dalle sigle e dalle tessere. Attualmente, dunque, il quadro che si prospetta a sinistra è questo, ferma restando la determinazione dei vertici nazionali del Pd e di quelli locali. Nonchè degli alleati. Di coloro i quali gravitano intorno alla galassia democrat, desiderosi di sedersi intorno a una scrivania e organizzare seriamente la campagna elettorale. Senza tergiversare oltre. Da tempo vanno chiedendo una riunione. Un incontro per affrontare il tema delle amministrative. Perchè l’obiettivo resta sempre l’individuazione di un candidato unitario, condiviso dall’intera coalizione e capace di imprimere quel passo in più richiesto dagli iscritti e dai simpatizzanti. Ora, però, bisogna fare i conti con le primarie, se è vero, appunto, che nelle federazioni del Pd è giunta la lettera contenente la data entro cui celebrarle. Una formula, tra l’altro, adottata in diverse circostanze e rivelatasi fondamentale ai fini delle strategie di partito. Dopotutto pure l’attuale governatore della Calabria, Mario Oliverio, è figlio delle primarie. Ad ogni modo bisogna fare chiarezza al proprio interno e trovare la quadratura del cerchio prima di Marzo, cercando di mettere da parte diatribe e malumori.
Caricamento commenti
Commenta la notizia