Racconta l’inferno e mostra i segni delle violenze subite. Anna (il nome non è, naturalmente, quello vero) è una maschera di dolore. Sul suo volto, sulle sue braccia, sul suo costato restano come stimmate ferite, lividi ed ematomi certificati anche dai medici che la stanno curando all’“Annunziata” dove è ricoverata ancora in prognosi riservata. Sono segni di mesi vissuti in condizioni disperate accanto a quel suo compagno che l’ha ridotta in quello stato. Un uomo violento, perduto dentro sé stesso, un califfo che l’ha resa schiava, arso dall’odio e privo di pietà. Si sentiva un “capobranco”, il “maschio” di casa, compagno e padrone della vita della sua donna. Da ieri, B.D.M., 34 anni, è in cella, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni gravi nei confronti della donna.
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