Decimato e stritolato da “Tela del ragno”, sembra finita l’epoca del clan Serpa. Un epilogo che emerge anche dalle parole del collaboratore di giustizia Adolfo Foggetti.
La cessione del comando da Nella Serpa allo stesso pentito, quando la donna è finita tra le sbarre, è il segnale che membri autorevoli dell’associazione in circolazione non ce n’erano più. E anche Foggetti fa riferimento a questa circostanza. Una fine che, dopo anni di guerre fratricide, porta anche la firma autorevole del pm Eugenio Facciolla. Lo smacco subito dal clan, con l’ultima retata di quattro anni e mezzo fa, non è stato ancora assorbito. Boss e picciotti sono adesso in carcere. Le condanne in primo grado, peraltro, non sono state di poco conto. Senza dimenticare che molti di loro sono a processo anche per gli omicidi a Cosenza. Un processo, in particolare, quello in Corte d’assise che li chiama a rispondere di sette omicidi. A iniziare da quello di Giovanni Serpa, padre dello storico boss Mario. Si è dell’avviso che difficilmente i principali esponenti usciranno presto dalle mura delle case circondariale, dove sono detenuti.
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