Lo ha detto il marocchino Hamil Medhi, arrestato per auto-addestramento ai fini di terrorismo internazionale, nel corso dell'interrogatorio di garanzia cui é stato sottoposto, per rogatoria, dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cosenza, Salvatore Carpino.
Nel corso dell'interrogatorio Hamil Medhi é stato assistito dal suo difensore, l'avvocato Francesco Porto. "Consultando Youtube - ha aggiunto il marocchino nel corso dell'interrogatorio - appaiono molte immagini relative ai conflitti in corso ed io mi sono soffermato a guardarli. Ma voglio ribadire che la mia era solo curiosità". L'interrogatorio di Hamil Medhi, svoltosi a Cosenza, è durato poco più di venti minuti.
La revoca della misura cautelare è stata chiesta dal difensore di Hamil Medhi, l'avvocato Francesco Porto, al termine dell'interrogatorio di garanzia svoltosi a Cosenza. Il legale ha chiesto anche che vengano sbloccati i colloqui del suo assistito con i familiari. "Ho chiesto la revoca della misura cautelare - ha detto l'avvocato Porto - e lo sblocco dei colloqui con i familiari. Ma quello che tenevo a precisare è che la normativa applicata nei confronti del mio assistito è molto pericolosa. Sono norme che limitano la libertà di culto e che vanno a punire non un reato ma l'intenzione di una persona".
Sono andato in Turchia per pregare nella più grande moschea. Ma sono andato proprio in Turchia perchè quella era la più vicina ed accessibile dal punto di vista economico". Lo ha detto il marocchino Hamil Medhi, arrestato per auto-addestramento ai fini di terrorismo internazionale, nel corso dell'interrogatorio di garanzia svoltosi a Cosenza. "Gli unici contatti telefonici - ha aggiunto - sono quelli con mio cugino in Belgio perché cercavo di andare in quel Paese per trovare lavoro. Poi mio cugino mi ha detto che la situazione lavorativa era come quella dell'Italia ed a quel punto sono rimasto con la mia famiglia".