C’era il popolo di Occhiuto ieri sera in piazza dei Bruzi, riunito spontaneamente dopo la notizia della mozione di sfiducia firmata da diciassette consiglieri. I sostenitori dell’ormai ex primo cittadino convinti che l’architetto tornerà alla guida del Palazzo. Sostavano davanti alla sede del Municipio sventolando degli striscioni con su scritto “Io sto con Occhiuto” in attesa che nel luogo simbolo della politica locale facesse capolino proprio il sindaco, visibilmente emozionato e commosso quando la gente gli diceva di andare avanti. Volti tirati ma speranzosi, come quelli di taluni assessori e consiglieri rimasti fedeli a Occhiuto che si confondevano tra la folla. Numerose le note di affetto all’indirizzo dell’ex amministratore. Ma non sono mancate le polemiche. La coordinatrice calabrese di Forza Italia, Jole Santelli, per esempio, è stata abbastanza diretta: «Chi ritiene di potere trascinare Cosenza nell’oscurantismo credo abbia fatto male i propri conti. Le firme sono uno schiaffo non al sindaco ma alla città. La prova elettorale che attende Cosenza stabilira per sempre, credo, con un marchio indelebile se Cosenza è una città che vuole diventare moderna e dinamica oppure continuare con logiche feudali e senza speranza». La stessa Santelli ha presentato anche una interrogazione parlamentare al presidente del Consiglio e al ministro della Giustizia per sapere se ci siano stati «tentativi da parte di esponenti del Pd di corrompere consiglieri comunali di maggioranza al Comune di Cosenza». Tutto questo mentre il consigliere regionale, Nazareno Salerno, chiede le dimissioni della Santelli. Motivo?. «La situazione deflagrata a Cosenza – spiega – è la conferma di una fallimentare gestione di Forza Italia a livello regionale. Se a Cosenza, città della coordinatrice regionale, succede questo, è evidente l’assenza di una guida riconosciuta». Intanto proprio dai vertici nazionali di Forza Italia si apprende della sospensione dal partito sia di Luca Morrone, «per avere messo in atto, disattendendo le indicazioni degli organi regionali e nazionali, comportamenti tali da determinare la caduta dell’amministrazione comunale», sia del consigliere regionale, Ennio Morrone, «per avere favorito atti orientati alla destabilizzazione dell’amministrazione comunale». Rispetto a quanto avvenuto a Cosenza si è espressa pure la vice coordinatrice, Wanda Ferro: «La decisione di alcuni consiglieri di far cadere l’amministrazione Occhiuto è una ulteriore pagina buia scritta da quella classe politica calabrese autoreferenziale e arrogante». Così pure il consigliere regionale, Fausto Orsomarso: «La vicenda di Cosenza, cronaca annunciata di quanto si è consumato in parallelo nei mesi scorsi in Consiglio regionale e in Parlamento, è lo specchio dell’Italia di Renzi e della sua annunciata rottamazione. La battaglia di giugno a Cosenza sarà l’Armageddon tra un vecchio Sud e la speranza del nuovo». Diretto anche il senatore forzista, Antinio Caridi: «Le dimissioni forzate di Occhiuto rappresentano la situazione emblematica di un contesto politico in seria crisi per i giochi di potere». «Non esito a dire – gli fa eco il coordinatore provinciale di Catanzaro, Domencio Tallini – che è stata consumata la più squallida e spregiudicata operazione politica che la Calabria ricordi». E poi anche l’altro consigliere regionale, Giuseppe Mangialavori: «Le vicende sulla caduta del Consiglio comunale di Cosenza sono una spia tangibile della spregiudicatezza di una certa classe politica».