Castiglione è stato consigliere comunale di opposizione di Rende dal 1999 al 2013 e candidato sindaco del centrodestra nel 2011. Le dichiarazioni rilasciate il 5 aprile scorso da Castiglione agli inquirenti sono state depositate durante l'udienza del Tribunale della libertà che dovrà decidere sull'istanza di scarcerazione presentata dai difensori di Sandro Principe, Pietro Ruffolo, Giuseppe Gagliardi, Umberto Bernaudo e Rosario Mirabelli. I politici - tutti del Pd ad eccezione di Mirabelli - finiti ai domiciliari il 23 marzo scorso nell'ambito dell'operazione denominata "Sistema Rende", sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e di aver ricevuto il sostegno elettorale del clan Lanzino di cui D'Ambrosio è ritenuto un elemento di spicco ed il reggente. L'ex candidato sindaco ha sostenuto che nel corso della campagna elettorale del 2011 Mirabelli gli riferì "di aver parlato con D'Ambrosio e quest'ultimo gli aveva promesso un sostegno elettorale quale capo lista della coalizione che avrebbe appoggiato Mirabelli e la sua lista. Non ricordo se Mirabelli mi disse che D'Ambrosio avrebbe appoggiato anche me come candidato sindaco". A quella promessa, però, Castiglione non avrebbe dato credito "poiché era notorio che D'Ambrosio avesse appoggiato e appoggiava elettoralmente Principe nonché le coalizioni delle quali era esponente apicale". Durante il suo interrogatorio Castiglione ha raccontato di aver visto dipendenti delle cooperative finanziate dal Comune fare campagna elettorale e affissione di manifesti "in via esclusiva per Principe e per le coalizioni di cui era leader". Inoltre ha fatto mettere a verbale di aver saputo dai giornali delle assunzioni del boss Ettore Lanzino e di Michele Di Puppo nella cooperativa Rende 2000. "In moltissime occasioni - ha spiegato - noi dell'opposizione abbiamo chiesto l'elenco dei nominativi dei dipendenti della cooperativa, ma la maggioranza ci ha sempre negato l'accesso a tale informazione".