Stummo, attualmente agli arresti domiciliari, difeso dall'avv. Giuseppe Fonte, del Foro di Catanzaro, era stato condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione perché ritenuto partecipe dell'associazione mafiosa denominata "Valente--Stummo", che, secondo l'accusa, attraverso il controllo di attività economiche nel territorio di Scalea e procurando voti in favore della lista capeggiata dal sindaco dell'epoca, Pasquale Basile, in occasione delle elezioni del marzo del 2010, ne avrebbe determinato l'elezione utilizzando la forza di intimidazione tipica delle associazioni mafiose. La Corte di cassazione, accogliendo il ricorso dell' avv. Fonte, ha disposto l'annullamento con rinvio della sentenza di condanna, trasmettendo gli atti ad altra sezione della Corte d'appello di Catanzaro affinché emetta una nuova sentenza nei confronti dell'ex assessore. "Con la decisione emessa dai Giudici supremi - ha commentato l'avvocato Fonte - finisce il calvario a carico di Antonio Stummo, sottoposto a custodia cautelare da circa tre anni, soggetto estraneo, come abbiamo dimostrato, a qualunque sodalizio criminale. Nel contempo, inizia una nuova fase processuale finalizzata a ristabilire la verità restituendo la giusta dignità ad un innocente".