Una tragedia che sconvolge. Guardia Piemontese piange un dolore indefinito. Carmine Ricco, sette anni e mezzo è deceduto, nella notte tra martedì e ieri, a Cosenza, in seguito alle ferite riportate nell’impatto con le schegge della vetrata del portone di casa andata in frantumi. Un incidente maledetto che ha stroncato l’esistenza appena annusata di un bimbo meraviglioso, come lo descrivono a Guardia.
Sarebbe stata forse una pallonata a mandare in frantumi la vetrata. Oppure, potrebbe essere stati carmine ad impattare violentemente, mentre giocava, contro la vetrata.
Era da solo, in procinto di raggiungere il cortile della sua abitazione, ignaro del pericolo. A nulla sono servite le prime cure così come l’intervento dell’elisoccorso giunto da Cosenza per cercare di salvare quel cucciolo di uomo. I vetri, come impazziti, hanno reciso l’arteria femorale di una gamba. Nonostante la solerzia dei medici, il piccolo, giunto in gravissime condizioni all’“Annunziata” non ce l’ha fatta. È spirato tra le braccia dei sanitari che hanno fatto di tutto per strapparlo a quel suo destino terribile.
Carmine giocava con quella spensieratezza della sua età. Tra le braccia una sfera di cuoio per emulare i suoi campioni. Pellè, Eder, Bonucci, Giaccherini. Si sentiva uno di loro, come fanno tanti bambini a quell’età. Poi, però, quella botta, i vetri infranti e le schegge impazzite che gli si sono piantate addosso. Pochi attimi per capire la gravità delle ferite. E quella lotta col tempo per bloccare il sangue che scorre a fiotti.
Un tempo impreciso che è sembrato fermarsi. Per sempre. I carabinieri della Compagnia di Paola agli ordini del capitano Antonio Villano, che conducono le indagini, stanno cercando di fare piena luce sull’esatta dinamica dell’incidente. Si cercherà di capire come ha fatto a cedere la vetrata.
Il capo dei pm di Paola, Bruno Giordano, ha disposto l’autopsia sul corpicino del bimbo. Il decreto col quale è stato disposto l’accertamento tecnico irripetibile è stato vergato dal sostituto, Anna Chiara Fasano, che è il magistrato che si occupa del caso.
Carmine era l’amato figlio di un albergatore delle Terme Luigiane molto conosciuto in paese. Una famiglia per bene. Figlio anche e soprattutto di questa piccola comunità di origine valdese dove le acque sulfuree rappresentano la principale attività lavorativa per sfamare centinaia e centinaia di bocche.
Difficile descrivere il dolore della gente. Ognuno si sente colpito negli affetti più intimi. Il sindaco Vincenzo Rocchetti proclamerà il lutto cittadino. «La cittadinanza – evidenzia il primo cittadino – piange un altro suo figlio. Credo che non ci siano parole per descrivere il sentimento di dolore che ha colpito la nostra comunità. Il mio pensiero va a questo piccolo angelo volato in cielo e ai propri cari a cui siamo tutti vicini. Ai familiari va l’abbraccio, mio personale, e di tutta l’amministrazione comunale».
Per le vie del paese non si parla d’altro. È difficile capacitarsi dell’accaduto. È difficile accettare che una tenera vita possa spezzarsi in questo modo. Dolore grande anche nella vicina Acquappesa, paese originario della madre e del padre, dove il sindaco Giorgio Maritato si è associato al cordoglio. Come il collega del comune limitrofo nel giorno dei funerali dichiarerà il lutto cittadino. «Non è possibile definire – ha riferito – quanto accaduto. È un triste momento per tutti i cittadini».
Acquappesa e Guardia Piemontese oggi sono due paesi uniti non solo dall’industria delle Terme Luigiane ma anche dalla sofferenza e dall’incredulità. Non si può morire a sette anni così.