L’Altopiano è una grande montagna che imprigiona misteri. Lassù la puzza della criminalità organizzata contamina l’aria e mette paura. Da quel paradiso affiorano enigmi che resistono al tempo ed al silenzio della gente. Lassù, da anni, è tornata a dominare la ’ndrangheta. I clan riorganizzati hanno deciso di puntare dove avevano sempre puntato: al tessuto economico e produttivo del territorio. E così, esplorando le nuove rotte del malaffare, hanno messo le mani sulla Sila. I mafiosi cercano i soldi che fatturano le industrie del turismo e dell’agricoltura e non rinunciano al business della droga. E come falchi calano affamati sulle loro prede intascando tanti denari. In questa storica area montana, stretta fra i clan di Cosenza e le famiglie di Crotone, mescolanza di affari sporchi che non sono mai stati solo crotonesi e nemmeno esclusivamente cosentini, le “coppole” hanno fatto a pezzi i loro nemici in nome degli interessi. Uno dopo l’altro sono stati sotterrati. Qualche cadavere è riemerso dal nulla, qualche altro rimane ancora intrappolato nei misteri.
Da qualche anno un ex boss, Francesco Oliverio ha cominciato a parlare di malaffare e di morte ai tempi del suo regno. Lui è l’ex “califfo” della Sila, ed ex padrone di Seregno, nel Milanese. Ai magistrati della Dda di Catanzaro ha raccontato anni di fatti e misfatti tra la Calabria e la Lombardia. Le sue parole hanno lasciato una traccia che pm e investigatori stanno esplorando. E così, da lassù, di tanto in tanto affiora qualcosa. Come le armi e le munizioni trovate, ieri mattina, in un maneggio, a Croce di Magara, nel corso di una battuta ispirata dal capo della Mobile, Giuseppe Zanfini. Merce “scottante” che è costata il carcere al suo presunto custode, il 53enne Erminio Pezzi. Gl’investigatori ritengono l’uomo “amico” degli “amici”. Non un legame diretto con i clan, ma diverse conoscenze, sia sul versante cosentino che su quello crotonese della grande montagna. Aspetti che verranno, comunque, approfonditi.
I poliziotti della Narcotici (guidati dall’ispettore capo Francesco De Marco) e quelli del Reparto prevenzione crimine hanno scovato, nascosto sotto un materasso in uno degli uffici, un fucile semiautomatico, con matricola punzonata, calibro venti, caricato a pallettoni, con proiettile in canna. In un capannone, sempre all’interno della struttura turistica, i detective della polizia hanno, invece, individuato, dentro uno pneumatico di autovettura, una pistola calibro 9, pure questa con matricola abrasa. Nel vano portaoggetti di un ciclomotore Vespa, parcheggiata sotto l’abitazione dell'uomo a Croce di Magara, erano, invece, nascoste 24 cartucce calibro 9x21. La perquisizione s’è poi estesa a Pedace, dove, nei pressi dell’uscio di una casa in uso all’indagato, hanno ripescato 6 cartucce calibro 20. Armi e munizioni sono state sequestrate. Il pm Donatella Donato ha già disposto una perizia balistica per verificare se fucile e pistola siano già state utilizzate. Pezzi, assistito dagli avvocati Paolo Pisani e Raffaele Scarpelli, comparirà, questa mattina, davanti al gip per l’udienza di convalida e l’emissione dell'ordinanza cautelare.
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