Senza telecamere della videosorveglianza e senza un controllo assidui da parte delle forze dell’ordine il Museo all’aperto di corso Mazzini continua ad essere vulnerabile. Agli incivili che utilizzano le opere del Museo ove possibile come panchine o per consumare i loro spuntini si aggiungono periodicamente ladri e vandali che agiscono indisturbati. E così ieri mattina per la seconda volta nel giro di pochi mesi è stato preso di mira “San Giorgio e il drago” di Salvador Dalì. Ad aprile qualcuno aveva staccato la lancia del Santo guerriero depositandola per terra a poca distanza dalla scultura. Era stata una pattuglia della polizia municipale a ritrovare il pezzo in bronzo e a consegnarlo alla direttrice del Museo dei Bretti e degli Enotri, Marilena Cerzoso, per gli opportuni interventi.
Ieri l’allarme è scattato poco dopo mezzogiorno. È stato un passante a notare che la lancia di San Giorgio era spostata rispetto al suo naturale alloggio, ossia la bocca del drago. L’autore del gesto evidentemente dopo averla sfilata parzialmente non era riuscito a portarla via forse perchè disturbato dall’arrivo di qualcuno. La lancia era sganciata dalla mano di San Giorgio. E in bilico. Una posizione che non è sfuggita a chi ha telefonato alla polizia municipale. La scultura di Dalì che inizialmente si trovava tra le traverse di via Macallè e via Cesare Marini da qualche mese è stata spostata nei pressi di via Adige. Sul posto sono arrivati il dirigente del settimo settore infrastrutture, ingegnere Francesco Converso, il collega Gianluca Guarnaccia della Bilotti Parking (la società che cura il progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione ricreativo-culturale di piazza Bilotti), l’architetto Amedeo Lico responsabile della Bretia Restauri di Rogliano (si occupa di restauro e conservazione di beni culturali). I tecnici e gli agenti della polizia municipale hanno preso atto del tentato furto. La lancia in bronzo era stata staccata dalle mani di San Giorgio. Sarebbe bastato sfilarla dalla bocca del drago per portarla via definitivamente e deturpare una delle opere che impreziosisce il Mab di corso Mazzini, realizzata insieme ad altri sei esemplari tra la fine degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta dall’artista spagnolo.
L’architetto Lico che nei prossimi giorni sulla base dell’incarico ricevuto all’epoca dall’amministrazione comunale riprenderà insieme alla sua équipe i lavori di risistemazione di alcune opere del Museo all’aperto d’intesa con gli altri tecnici ha ritenuto opportuno per motivi di sicurezza e tutela sfilare la lancia portandola nel laboratorio roglianese della Bretia Restauri. Lico sentito il parere degli organi preposti nelle prossime ore stilerà una relazione e preparerà un progetto che metta definitivamente in sicurezza la lancia di San Giorgio così da evitare altri possibili furti o danneggiamenti. La lancia verrà rimessa nelle mani del Patrono d’Inghilterra utilizzando un sistema che non consenta agli estranei di sfilarla. Quest’ultimo episodio conferma ancora una volta che il Museo all’aperto è vulnerabile. Almeno di giorno si rendono necessari controlli più assidui. Nei mesi scorsi su corso Mazzini sono state viste pattuglie interforze formate da agenti della polizia municipale e della polizia provinciale. Un servizio durato pochissimo tempo, che va ripristinato, considerata la perdurante assenza del “grande fratello” sul corso principale.
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