Aver rinchiuso in cella i boss non significa aver imprigionato la ’ndrangheta. A Cetraro comanda sempre l’onorata società. Con altri uomini, altre “coppole” e reggipanza sfuggiti alle manette. Hanno un solo scopo: diffondere il terrore, avvertire i nemici dell’organizzazione che le cose non sono cambiate. Anche senza i padrini, a Cetraro comanda sempre il clan. Sparano, diffondono la paura con il piombo. Ieri, due attentati (di quello alla ditta Preite riferisce la nostra Tiziana Ruffo, nell'articolo a parte). Un tiro al bersaglio che ha coinvolto anche un professionista molto noto per le sue battaglie per la legalità svolte in prima linea, con il laboratorio “Giannino Losardo”. Si tratta del commercialista Ferdinando Caldiero, che da anni collabora con le Procure calabresi. Ieri pomeriggio, tornando a casa da un breve periodo di riposo in campagna, si è accorto di un foro accanto alla finestra al primo piano della sua abitazione in centro. Un buco scavato da un proiettile. Immediatamente ha informato i carabinieri che hanno avviato le indagini. L’effetto “Frontiera” sembra già svanito. A Cetraro la ’ndrangheta ha ripreso a comandare più di prima. Mafiosi di rango medio e piccoli ras hanno già occupato quei territori rimasti scoperti dopo il blitz della Dda. Con i Muto in galera si pensava a un periodo di instabilità alla guida del clan e, invece, il risveglio è stato traumatico. La ’ndrangheta colpita al cuore ha reagito lanciando messaggi chiari, avvertendo chi vorrebbe imporre il cambiamento attraverso la cultura della legalità. A Cetraro ci sono sempre troppi interessi in ballo, tanti quattrini destinati allo sviluppo di un territorio vasto che va da Tortora a Falerna. Le “coppole” non ammettono intralci. I proiettili contro il bus che il Comune ha messo a disposizione dei villeggianti e la pallottola contro l’abitazione di Caldiero scolpiscono le coordinate di una possibile matrice mafiosa. Dalla notte di paura affiorano le prime ipotesi e c’è, soprattutto, una pista nera che sembra orientare le indagini. La puzza di ’ndrangheta contamina l’aria e riempie questa storia marcia. Qui le ’ndrine, da sempre, si buttano su tutto ciò che produce ricchezza.
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