Un sospetto caso di malasanità? È presto per dirlo anche se la magistratura inquirente ha deciso di fare subito chiarezza, di sgombrare il campo da dubbi e perplessità segnalati soprattutto dai famigliari dell’ennesimo paziente deceduto in una struttura sanitaria pubblica calabrese. Ma approfondiamo. Stamattina, il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, e il pm Antonino Iannotta, conferiranno l’incarico peritale a due esperti medici legali Eloisa Maselli e Claudia De Giorgi. I due consulenti tecnici dovranno eseguire l’autopsia sul corpo di Rocco Aleo, 74 anni, di Crosia, deceduto nel reparto di Medicina dell'ospedale civile di Castrovillari.
Sono 12 i medici del reparto iscritti nel registro degli indagati. Un atto dovuto a tutela dei camici bianchi (difesi, tra gli altri, dagli avvocati Ugo Anelo, Roberto Laghi e Roberto Lauro) che potranno così nominare tecnici di fiducia.
Il reato contestato ai sanitari è di cooperazione colposa nella morte del paziente.
Ma cosa è accaduto? L'11 settembre Aleo si era rivolto al Pronto soccorso dell’ospedale di Rossano a seguito di una serie di disturbi percepiti. Lo stesso giorno, compiuti degli accertamenti, l’uomo era stato dimesso con diagnosi di fecaloma.
Quarantott’ore dopo, ancora sofferente, il paziente era ritornato dai medici del presidio rossanese che lo avevano visitato e dimesso con una diagnosi di stipsi ostinata. Tutto risolto? Nient’affatto. Il 14 settembre, accusando ancora gravi disturbi, il settantaquattrenne decideva di ricorrere alle cure dei sanitari dell’ospedale di Castrovillari. Qui, dopo le prime verifiche compiute in Pronto soccorso, il giorno successivo il paziente veniva ricoverato in Medicina con diagnosi di dispnea in diabetico. Cinque giorni dopo il suo cuore cessava di battere per sempre. La causa della morte indicata in cartella clinica? Broncopolmonite basale bilaterale. Dopo il decesso i famigliari hanno sollecitato l’intyervento della magistratura ed è partita l’inchoesta condotta dal procuratore Facciolla e dal pm Iannotta. L’esame autoptico disposto dai magistrati servirà a stabilire l’esatta cagione della morte del degente ed a valutare eventuali condotte improntate a negligenza o imperizia tenute da parte del 12 medici indagati.
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