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Resta senza carburante in A3
Travolto e ucciso un 47enne

Resta senza carburante in A3 Travolto e ucciso un 47enne

Un destino tragico e beffardo disegnato dalle porte girevoli della vita. La morte di Emilio Belmonte, il 47enne travolto e ucciso ieri mattina sul tratto cosentino della Salerno-Reggio, s’è del resto materializzata al culmine d’una incredibile catena d’eventi funesti. L’uomo si trovava alla guida della sua auto quando, intorno alle 10.30, l’azione del motore ha iniziato ad affievolirsi fino a spegnersi del tutto all’altezza del chilometro 257 della carreggiata sud, a poche centinaia di metri dallo svincolo di Cosenza. Il 47enne ha così accostato scoprendo che quell’improvvisa avaria era dovuta alla mancanza di carburante. Emilio Belmonte, un operaio bruzio rientrato da appena due mesi in Calabria dopo un periodo di duro lavoro in Germania, ha quindi preso il cellulare in mano per chiedere aiuto al padre. Il 47enne è così uscito dall’abitacolo, forse proprio per allontanarsi dal ciglio della carreggiata dove era stato costretto ad arrestare la marcia. Una mossa che s’è tuttavia rivelata fatale: in quel momento stava percorrendo quel tratto di autostrada un avvocato che ha centrato in pieno lo sfortunato Emilio Belmonte e il suo veicolo fermo. L’impatto è stato violentissimo e per l’emi - grato che ad agosto aveva riabbracciato la sua terra non c’è stato purtroppo nulla da fare. Ai medici del 118 giunti poco dopo a bordo di un’ambulanza non è rimasto altro che constatare il decesso del 47enne. Poco preoccupanti invece le condizioni dell’uomo a bordo della seconda automobile coinvolta nell’impatto. Sulla dinamica dell’incidente stanno adesso investigando gli agenti della Polstrada bruzia, diretti dal comandante provinciale Antonio Provenzano, intervenuti rapidamente sul posto insieme al personale dell’Anas chiamato a regolare il traffico. Lo scontro ha del resto avuto ovvie ripercussioni sulla mobilità di tutta l’area urbana bruzia, con la provvisoria chiusura dello svincolo di Cosenza Nord in direzione sud. Tra le persone costrette ad utilizzare percorsi alternativi c’era anche il padre della vittima. L’uomo, non riuscendo più a contattare il figlio, ha intuito che fosse accaduto qualcosa di grave ed è corso verso l’ospedale dell’Annunziata. A medici e infermieri ha chiesto se Emilio fosse stato trasportato in pronto soccorso. Solo dopo qualche ora ha scoperto la verità che ha spezzato il cuore d’una famiglia intera e di tutti gli amici d’un uomo buono, un onesto lavoratore che amava la sua Calabria e la sua Cosenza. E che per questo non aveva esitato davanti all’opportunità di tornare finalmente a casa

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