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Bollo auto, oltre 30mila cosentini morosi

Bollo auto, oltre 30mila cosentini morosi

Li riconosci subito tra la gente in fila alla posta: sguardo corrucciato, mani che roteano impazienti chiavi o telefonini, ansia di capire cosa diavolo si nasconde dietro quel temuto avviso tirato fuori dalla propria cassetta delle lettere. E poi c’è lei, spauracchio di ogni contribuente, la famigerata cartolina verde accompagnata dall’altrettanto indigesta e minacciosa dicitura “atti giudiziari”. Un incubo che si sta materializzando, durante questo cangiante scorcio di ottobre, davanti agli occhi di migliaia e migliaia di cosentini. L’amara scoperta arriva comunque uscendo dall’ufficio postale: “Gentile signore, lei non ha pagato il bollo auto” e via col resoconto del dovuto e l’annesso bollettino utile a saldare il conto, comprensivo di interessi di mora e diritti di notifica. Tutto da versare alla tesoreria della Regione, l’ente che da una ventina d’anni si occupa di riscuotere uno dei balzelli più odiati dagli italiani.

Autunno caldo

La pioggia di recapiti è cominciata più o meno alla fine di settembre, dopo che dall’amministrazione regionale è partita la controffensiva per recuperare una somma che in Calabria molti scelgono o dimenticano di pagare. Già, perché il bollo auto il contribuente se lo deve ricordare da solo: niente avvisi, serve per forza una buona memoria prima di recarsi agli sportelli Aci oppure in una tabaccheria autorizzata con numero di targa e soldi al seguito. Dal Pollino allo Stretto ammontano a circa 350mila i morosi, dei quali più o meno il 10% risiede nell’area urbana bruzia. Nell’ufficio postale centrale di via Vittorio Veneto, del resto, le buste verdi accatastate hanno superato quota 16mila. Mentre nella sede “gemella” di Rende, quella di via Salvador Allende, s’è arrivati intorno alle 15mila missive. Oltre 30mila persone, quindi, dovranno mettere mano al portafoglio oppure proporre ricorso per tentare di scongiurare il salasso. Bisogna però sbrigarsi, perché l’iniziativa della Regione è legata a una scadenza ben precisa: il termine di prescrizione di questo tributo è di tre anni e per questo motivo a Catanzaro s’è scelto di recuperare quanto più denaro possibile. Comunque non bisogna disperare: i contribuenti calabresi potrebbero infatti beneficiare presto d’una novità di non poco conto.

L’auspicata rateizzazione

Nel giugno scorso il consiglio regionale ha dato semaforo verde un’importante proposta di legge, approvata senza riserve nelle settimane precedenti dall’apposita commissione di Palazzo Campanella. Il principio è chiarissimo: permettere a tutti di rateizzare il debito accumulato con l’erario regionale. Un’idea dalla duplice valenza: non pesare troppo sulle tasche dei calabresi e ridare fiato alle casse dell’amministrazione Oliverio. A portare avanti questa iniziativa legislativa ci ha pensato il dem Domenico Battaglia (primo firmatario) accompagnato da Giuseppe Aieta, Mauro D’Acri e Giuseppe Neri. Un piano d’ammortamento che intende rappresentare una «boccata d’ossigeno – ha dichiarato Battaglia dopo l’ok dell’assemblea regionale – per i tanti contribuenti in difficoltà di un territorio fragile economicamente come quello calabrese». «Riformare il sistema di rateizzazione dei debiti tributari non più consono all’attuale contesto territoriale – ha aggiunto l’esponente del Pd – era un impegno che sentivamo fortemente nostro per la vicinanza che si deve sempre alle classi più disagiate e rispetto al quale, pertanto, non potevamo più sottrarci». Adesso tocca alla giunta del governatore Mario Oliverio dare seguito alla legge votata in Consiglio, stilando con un’apposita delibera il regolamento che servirà a fissare nei dettagli termini e modalità delle rateizzazioni tributarie.

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