Cosenza

Lunedì 29 Aprile 2024

I banditi nascosti in banca, 25 minuti in attesa dei soldi

I banditi nascosti in banca, 25 minuti in attesa dei soldi

Una coppia imperturbabile. Incredibilmente calma, determinata e colloquiale. Luciano Lutring, passato alla storia come “il solista del mitra”, uno dei più grandi e audaci rapinatori di Milano negli anni 60 e 70, sosteneva che «è un buon bandito chi alla violenza oppone la calma». Al “solista”, la calma e il mitra, finirono col fruttare bottini per trenta miliardi di lire arraffati tra Italia e Francia. E i due malviventi entrati in azione ieri pomeriggio, a Cosenza, devono aver preso ispirazione dal vecchio (cattivo) “maestro” lombardo. Con il volto parzialmente coperto da sciarpe (il freddo intenso ne giustificava il non sospetto utilizzo) sono infatti entrati in un’agenzia bancaria di via Panebianco con i taglierini nascosti nelle spesse giacche a vento. Una volta all’interno – erano appena le 15 – hanno tirato fuori gli utensili-arma invitando tutti, personale e clienti, a stare tranquilli perchè intendevano ripulire le casse dell’istituto di credito. Gli impiegati agli sportelli hanno subito spiegato che non c’era denaro contante disponibile. E loro, i due rapinatori, per nulla impensieriti e senza scomporsi, hanno chiesto dove fosse la cassaforte a tempo. Individuatala hanno deciso di aspettare lo sblocco attivato dal timer, previsto per le 15,25. Chiunque, al loro posto, in una zona tanto centrale quanto trafficata, avrebbe tagliato la corda. I due banditi, invece, hanno deciso di aspettare. Si, come se fossero alla fermata di un bus. I bancari ed i clienti sono rimasti in loro compagnia per quasi 25 minuti. La porta d’accesso all’agenzia –Bcc Centro Calabria – è rimasta naturalmente bloccata su loro disposizione. Durante la “pausa” di attesa i rapinatori hanno mostrato una capacità di controllo delle emozioni fuori dal comune, mettendosi persino a colloquiare con i presenti. Hanno tranquillizzato tutti, spiegando che non sarebbe accaduto nulla di spiacevole. L’unico interesse che avevano era prendere i soldi, senza provocare danni collaterali. E così, come se dipendenti e clienti fossero in preda ad una sorta di “Sindrome di Stoccolma”, i banditi sono rimasti ad aspettare lo sblocco della cassaforte senza preoccuparsi della possibilità che qualcuno potesse lanciare l’allarme. Nessuno, infatti, ha telefonato ai numeri di emergenza delle forze dell’ordine, nè premuto quei pulsanti antirapina che si vedono nei film. Quando, finalmente, le serrature sono scattate, i malviventi hanno ammucchiato 96.000 euro in due buste e, dopo aver salutato gli “ostaggi”, se la sono data a gambe. Solo dopo è stato richiesto l’intervento di polizia e carabinieri. Agli investigatori non è rimasto altro da fare che ascoltare i testimoni e acquisire i filmati girati dalle telecamere a circuito chiuso. La “coppia imperturbabile”, ricca e in fuga, sta invece già pensando al prossimo “colpo”.

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