Cosenza

Venerdì 22 Novembre 2024

Garza "dimenticata", no all'archiviazione

Garza "dimenticata", no all'archiviazione

Quei dolori lancinanti avevano una ragione ben precisa: una garza quadrata di ben 40 centimetri per lato dimenticata dai sanitari durante uno dei tre parti cesari (i primi due alla clinica Sacro Cuore e il terzo all’Annunziata) ai quali la 34enne cosentina Annalisa Reda s’è sottoposta per mettere al mondo i suoi bambini. Una garza abbandonata nell’addome che nel frattempo è stata completamente assorbita dall’intestino. Quell’evidente negligenza medica, scoperta in ospedale esattamente tre anni fa, è così diventata il perno centrale d’un esposto inoltrato alla Procura bruzia. I due magistrati che hanno valutato il caso, i pm Paola Izzo e Domenico Frascino, hanno per tre volte richiesto l’archiviazione delle accuse mosse dalla signora Reda, assistita legalmente dall’avvocato Gianluca De Simone. Decisione legata alle conclusioni contenute nella perizia sottoscritta dal consulente della Procura, il medico legale Vannio Vercillo. Lo specialista ha infatti messo nero su bianco che «valutata la documentazione in atti, non è possibile identificare con certezza in quale dei tre interventi» s’è verificata la grave dimenticanza «in quanto in nessuna delle due strutture sanitarie sarebbero state in uso pezze laparotomiche di tali dimensioni». Parole ritenute inaccettabili dalla difesa della donna che, dopo essersi opposta alle diverse istanze d’archiviazione, adesso ha chiesto al procuratore generale presso la Corte d’appello di Catanzaro di avocare a sé le indagini. L’avvocato De Simone cita a tal proposito anche la perizia stilata dal medico appositamente nominato dalla famiglia Reda: il dottor Massimiliano Cardamone in servizio all’Asp di Crotone «non rilevava alcuna difficoltà nel risalire all’evento in cui detto bendaggio veniva “dimenticato” nell’addome della paziente, dimostrando a più riprese come tali circostanze certamente si verificavano nel corso dell’intervento di T.C. (taglio cesareo, ndr) eseguito in data 14.09.2011, presso la Casa di Cura “Sacro Cuore” di Cosenza», operazione diretta dal ginecologo Mario Senatore. Per ben due volte, quindi, il gip bruzio ha respinto l’istanza d’archiviazione ordinando alla Procura di approfondire l’inchiesta. In particolare, gli organi inquirenti sono stati invitati ad accertare che tipo di garze fossero in possesso delle due strutture sanitarie. Ma la verifica si sarebbe limitata «ad inoltrare due banalissime richieste di informazioni a mezzo lettera raccomandata». Missive che secondo l’avvocato De Simone avrebbero avuto questo esito: il “Sacro Cuore” ha rimandato agli atti d’indagine, mentre dall’Annunziata non sarebbe giunta alcuna risposta. La difesa della famiglia Reda a questo punto invoca che un nuovo perito venga «individuato tra specialisti non in servizio all’interno della Provincia di Cosenza», decisione dettata da «evidenti ragioni di opportunità».

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