La Corte d'appello di Catanzaro (presidente Marco Petrini) ha assolto, "per non aver commesso il fatto", l'ex assessore del Comune di Scalea Antonio Stummo, detto Gianmarco, dall'accusa di associazione mafiosa. Stummo, arrestato nel luglio del 2013 insieme a tutti i componenti dell'allora Giunta comunale, era stato condannato in primo grado a quattro anni ed otto mesi di reclusione perché ritenuto partecipe dell'associazione mafiosa denominata "Valente-Stummo". Condanna confermata in appello il 31 marzo 2015. Sentenza, quest'ultima, annullata con rinvio dalla Corte di Cassazione il 15 giugno scorso. Stummo, che ha trascorso tre anni e mezzo in stato di custodia cautelare, è stato difeso dall'avvocato Giuseppe Fonte. "Termina con la sentenza odierna - ha commentato Fonte dopo la lettura del dispositivo della sentenza - una delle vicende umane e processuali che, nella mia intensa carriera professionale, si colloca, in termini di ingiustizia e drammatica sofferenza dell'incolpato, in cima ai casi di errore giudiziario. Gianmarco Stummo, sebbene oggi restituito alla sua giusta dignità di uomo, ha pagato con il processo penale subito un prezzo infinito sotto il profilo umano ancorché giuridico. La sentenza della Corte d'appello di oggi è, tuttavia, la conferma che nel nostro sistema giudiziario esiste ancora, con il lavoro e la perseveranza, una possibilità di salvezza per l'imputato innocente".