L’uomo politico rompe il silenzio e urla in pubblico la sua innocenza
Michele Trematerra, ex assessore regionale, oggi imputato davanti al Tribunale di Cosenza per i presunti rapporti avuti con le cosche mafiose cosentine, rompe il silenzio. La scelta di parlare arriva dopo il rinvio a giudizio disposto dal Gup distrettuale di Catanzaro.
«Mi sono determinato a scrivere queste poche righe per far sentire la mia voce attraverso gli organi di stampa, per il rispetto che devo portare a tutti coloro che hanno espresso fiducia in me votandomi. Sono assolutamente innocente e non ho commesso nulla di quello che mi viene contestato. Non sarò né il primo né l’ultimo a subire un processo dalle imputazioni infamanti, processo che affronto con la serenità di chi ha la coscienza a posto, di non aver commesso alcunché.
Non appena ho ricevuto l’avviso di garanzia sono corso dal magistrato chiedendo di essere interrogato immediatamente, forte della convinzione che non avevo commesso nessun illecito. Ho assunto cioè il classico atteggiamento di chi non ha nulla da temere perché non ha commesso alcunché di illecito.
Sono entrato così nelle maglie della giustizia dalle quali è difficile uscire in tempi ragionevoli. Ho fiducia nella giustizia forte della mia innocenza che non potrà non trionfare. Ho sentito l’esigenza di scrivere queste poche righe nel rispetto, come ho sempre detto, di quanti mi hanno votato, nel rispetto dei miei familiari più stretti che vivono con me il dramma del processo. Concludo nella consapevolezza che uscirò indenne da questa vicenda processuale che mi vede, ripeto,asssolutamente innocente. La forza della innocenza trionferà sempre».
In sintesi
Michele Trematerra è stato un esponente di punta dell’Udc in Calabria. In quota al suo partito ha ricoperto l’incarico di assessore regionale all’Agricoltura nella giunta guidata da Giuseppe Scopelliti. Trematerra è accusato dalla Dda di Catanzaro di aver vauto rapporti con esponenti delle cosche. Il padre, Gino, è stato parlamentare europeo e segretario regionale dell’Unione di centro.