Va bene la città unica ma non trascurate il trend demografico che non induce all’ottimismo per la realtà urbana cosentina. Lo sottolinea su OpenCalabria il docente di Demografia dell’Unical, Giuseppe De Bartolo, che prende spunto dal rinnovato dibattito sulla possibilità di fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero, raccontando com’è cambiata e cambierà la popolazione nei tre centri.
«L’area urbana cosentina è il caso più interessante del processo di redistribuzione della popolazione che ha conosciuto la Calabria nel secondo dopoguerra». L’accademico racconta come a partire dagli anni ’50 del secolo scorso la regione «ha sperimentato un intenso processo di redistribuzione della popolazione che nell’ultimo mezzo secolo ha avuto una forte accelerazione: si è andato vieppiù attenuando il divario fra città e campagna e si è avuta una crescente diffusione del carattere urbano. Nonostante ciò i centri urbani non presentavano e non presentano ancora quei tratti che distinguono le città moderne. Verso la metà dell’800 la popolazione calabra registra valori di crescita prossimi a quelli dell’Italia. Fino al 1931 la crescita delle città fu abbastanza lenta, tuttavia i loro tratti stavano via via cambiando».
Che succederà
Valutando una serie di variabili, il professore De Bartolo ha tentato «d’individuare il sentiero che verosimilmente percorreranno le popolazioni dei tre comuni più interconnessi dell’area urbana cosentina (Cosenza, Rende e Castrolibero), disegnando uno scenario demografico che, escludendo il movimento migratorio di difficile e incerta valutazione, si basa sull’ipotesi che i valori attuali della fecondità (1,29 figli per donna feconda) e della sopravvivenza rimangano invariati nel prossimo mezzo secolo. Quindi, in questo scenario, che riteniamo abbastanza prossimo al vero, dal 2015 al 2065 Cosenza da 67.679 abitanti scenderebbe a 38.363, Rende da 35.160 a 22.773, Castrolibero da 10.028 a 6.146 e l’area urbana nel suo complesso da 112.867 a 67.283; implodendo alle dimensioni che ha oggi la sola città di Cosenza».