PAOLA (Cosenza)
Oltre 100 nuove parti offese, 25 decessi e una decina di malati di patologie neoplastiche. Sono questi i numeri della nuova inchiesta Marlane, la fabbrica denominata dei veleni. Numeri che andranno comunque adesso suffragati da prove.
Ed è per questo che il procuratore capo Bruno Giordano, ormai prossimo a diventare capo dei pm della Procura di Vibo Valentia, ha raccolto in questi mesi dati, testimonianze spontanee e denunce con la collaborazione di un altro pubblico ministero, Valeria Grieco.
Proprio la Grieco sta scavando assieme a Giordano nell’inchiesta partita circa 25 anni fa per la quale la magistratura, a Paola, ha profuso impegno ed energie notevoli al fine di aprire uno spiraglio di luce per coloro i quali rappresentano la testimonianza ancora vivente di quello che è accaduto negli anni in questa fabbrica.
Tutto questo mentre a Catanzaro prosegue su una falsa riga il procedimento penale in appello alla sentenza di primo grado di Paola.
Solo per tre l’accusa ha chiesto la condanna mentre l’assoluzione per gli altri imputati.
Il pg ha chiesto la condanna a tre anni di reclusione, per disastro ambientale, per Carlo Lomonaco che fu responsabile del reparto tintoria, dirigente dello stabilimento ed ex sindaco di Praia. Tre anni sono stati chiesti anche per Attilio Rausse, ex responsabile dello stabilimento, e quattro anni sono stati invocati nei confronti dell'ex amministratore delegato Antonio Favrin. Ma perno centrale della requisitoria è stata soprattutto la richiesta di tornare a dibattimento con una nuova prova peritale.