Il giudice lo ritiene privo di «valori socialmente condivisi». Un uomo «pericoloso» che risolve «i propri problemi personali attraverso la minaccia e l’intimidazione». Fanno impressione già a leggerle così, le parole vergate dal gip castrovillarese Carmen Ciarcia. Accuse gravissime, a maggior ragione se affibbiate a un carabiniere chiamato a tutelare la cittadinanza. Una missione ipoteticamente tradita da Natale Taib, 34enne originario di Rossano. Contro il militare in forza alla Stazione di Corigliano è così scattato il divieto di dimora nei due comuni dell’area urbana sibarita, provvedimento cautelare emanato dal gip Ciarcia su richiesta del procuratore Eugenio Facciolla. L’inchiesta che coinvolge il carabiniere rossanese è legata a due distinti episodi. Nelle prime ore dell’ultimo Capodanno, Taib sarebbe intervenuto con veemenza in una discussione che apparentemente non lo riguardava: una donna a bordo della sua vettura aveva infatti tamponato il mezzo di un altro automobilista. I due protagonisti del banale incidente stradale, accompagnati da amici e parenti, stavano per chiarirsi quando all’improvviso è apparso il carabiniere. Nel qualificarsi come appartenente alle forze dell’ordine ha però riferito solo il suo nome di battesimo. E alla richiesta di rivelare anche il cognome, il militare avrebbe sferrato uno schiaffone al volto dell’uomo che era stato appena tamponato, colpo talmente forte da spaccare il labbro della vittima. Non contento, Taib avrebbe condito la sua violenza con minacce di vario tipo: «Non sai con chi stai parlando», «se vuoi te ne do un altro», fino a un inquietante «se parla ancora faccio venire 3-4 persone da Rossano e lo faccio ammazzare». Il ferito e i suoi amici subito dopo si sono recati dai colleghi del presunto aggressore per sporgere denuncia. Il militare 34enne ha pure presentato in caserma un’annotazione di servizio su quanto accaduto. Oltre a riportare d’essere stato aggredito, Natale Taib ha scritto nel verbale che «il ragazzo allontanato si mordeva il labbro per poi sputare del sangue sulle sue stesse scarpe». Versione ritenuta poco credibile dal gip.
Il secondo episodio, risalente al 5 marzo scorso, vede nel ruolo di vittima un conoscente del carabiniere, “colpevole” d’aver sconsigliato un’amica dal frequentare Taib proprio in virtù della sua indole violenta. Un affronto troppo grave per il militare, che avrebbe nuovamente reagito a suon di minacce: «Ammazzo prima te e poi a tuo fratello». Il gip deciderà sull’istanza di sospensione dal servizio dopo l’interrogatorio di garanzia.