È una storia che sembra un giallo, con protagonisti che entrano ed escono, alternandosi sulla scena. Una trama confusa, ingarbugliata, un impasto di sentimenti e di sospetti che si annodano alla ricostruzione senza però avere la certezza che tutto sia veramente chiaro. Restano ancora molti elementi da riscontrare, tra indizi che sfumano e frammenti che si ricompongono in un resoconto non ancora completo.
Il racconto comincia da una stanza d’ospedale, una stanza dell’“Annunziata”. Su un letto c’è un giovane in gravi condizioni, con un paio di flebo legate a un braccio. Sul suo corpo sono presenti «politraumi diffusi» come hanno accertato i medici che lo hanno appena visitato. Accanto a lui c’è un amico che parla con le lacrime agli occhi e lentamente cerca di spiegare l’accaduto ai carabinieri. Quel giovane ridotto male sarebbe caduto da un’altezza di almeno cinque metri, franando sull’asfalto. Un incidente? Forse. Almeno così pensano inizialmente in corsia. Ma il mistero si chiarisce via via che il racconto del testimone rischiara i dettagli di una trama sorprendente con un colpo di scena inatteso. Quel ragazzo sta male perchè si sarebbe lanciato dal balcone d’una casa, un appartamento che sorge alle spalle di via Panebianco, nel centro di Cosenza, dove vivono due affascinanti ragazze straniere. «Le avevamo conosciute sabato, nei luoghi della movida del fine settimana, bevendo qualcosa insieme e scherzando...». Una storia che i carabinieri della Compagnia cittadina, guidati dal capitano Jacopo Passaquieti, stanno esplorando insieme al procuratore Mario Spagnuolo.
L’indagine dei detective del Nucleo radiomobile del tenente Felice Bucalo parte proprio da quella serata, cominciata in un bar affollato di Rende, sorseggiando un drink con i due ragazzi prodighi di complimenti verso quelle due avvenenti straniere. Le chiacchiere, i sorrisetti, l’intesa, scambiandosi subito i numeri del telefonino per rivedersi presto in intimità, lontano dal caos e dalla folla. Contatti telefonici che sarebbero stati avviati già dal mattino successivo. E per un giorno intero i quattro avrebbero comunicato in chat le loro sensazioni, scambiandosi messaggi dal contenuto sempre più esplicito fino a decidere di rivedersi a casa delle ragazze per un incontro decisamente “privato”. Un incontro a pagamento. Già, perchè le due sensuali giovani amiche, conosciute in quel locale, in realtà erano delle escort. E i loro accompagnatori avrebbero scoperto presto quella loro attività, forse solo dopo aver combinato l’incontro. Così si sarebbero recati a casa delle ragazze e dopo i convenevoli di rito avrebbero deciso di approfondire il lato passionale di quella fresca amicizia. Ma, ben presto, i due si sarebbero trovati ad affrontare la questione legata all’aspetto più materiale, quello dell’imprevista contrattazione con le due straniere. Un argomento che avrebbe innescato l’inferno. I particolari di quella furibonda discussione sarebbero stati raccontati dal testimone ai carabinieri nel corso di una ricostruzione fatta con gli occhi gonfi di pianto. Quel ragazzo avrebbe confessato agl’investigatori di essere riuscito a scappare precipitosamente. L’amico, invece, sarebbe rimasto intrappolato dentro: «Lui non ce l’ha fatta a fuggire. È stato bloccato da quelle due ragazze che lo hanno rinchiuso in casa». E, allora, il giovane, temendo conseguenze serie, si sarebbe lanciato dal balcone procurandosi traumi diffusi su tutto il corpo. Uno scenario che non sembra ancora completamente definito in attesa di raccogliere la deposizione delle due ragazze, anche loro avvistate al pronto soccorso per ecchimosi e contusioni, fortunatamente, non gravi. Le indagini vanno avanti, in mezzo a qualche dubbio residuo. I carabinieri potrebbero controllare ancora qualcosa prima di far calare definitivamente il sipario su questa storia assurda.
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