Sembra sospesa tra cielo e terra, Piane Crati in questo inizio di primavera asciutta. Dal borgo è possibile scrutare i picchi delle montagne che si alternano alle valli che cominciano a colorarsi di verde. Ed è proprio qui che vive un uomo toccato dalla grazia. Si chiama Cristian Filice e il 26 settembre del 2013, dopo cinque anni trascorsi immobilizzato su una sedia a rotelle, è tornato a camminare. Era affetto da Sla, una malattia spietata, senza speranze e senza ritorno. È guarito dopo un viaggio a Medjugorje. Cercava la pace attraverso la preghiera alla Vergine, e sul Colle delle apparizioni, a 37 anni, è stato toccato dalla misericordia di Dio. Oggi Cristian vive la sua seconda esistenza, lontano dai riflettori. È tornato al suo impiego in un’azienda di Piano Lago e si dedica alla preghiera e alla famiglia. Una famiglia che s’è allargata con l’arrivo di un terzo figlio. La Sla non c’è più. Un miracolo rilanciato in questi giorni sui social dove è comparsa la testimonianza di uno dei due religiosi, testimoni oculari del prodigio, don Giovanni Palmieri cappellano Ospedale Cardarelli di Napoli. Il dramma di Cristian era cominciato cinque anni prima con una visita specialistica dal responso terribile: «Lei è affetto da sclerosi laterale amiotrofica», gli comunicarono i medici. Una condanna a morte per lui e la sua famiglia. Un castigo difficile da accettare. Cristian, però, reagì prendendo sulle spalle quella croce incamminandosi lungo un percorso di fede insieme alla moglie e ai suoi figlioletti. Un sentiero impregnato di preghiera e di devozione verso la Vergine. La malattia, intanto, progredì e s’impossessò del suo corpo e delle sue forze. Ben presto fu costretto alla sedia a rotelle, con la peg impiantata nello stomaco e il respiratore attaccato di notte. Fino a quel viaggio a Medjugorje, nel settembre di quattro anni fa. Ed è stato don Palmieri in una lettera pubblicata sul profilo social di “Radio Maria” a rivelare gli straordinari particolari di quel pellegrinaggio. «Dopo una preghiera di Viçka nel corso della testimonianza da suor Kornelia e dopo un’adorazione la notte del 25 quando si è sentito pieno di un’inesprimibile gioia al passaggio di una stella cadente che ha attraversato il cielo, e ha voluto farsi accompagnare il giorno dopo in carrozzina ai piedi della Collina delle apparizioni. Lì, sentendosi interiormente chiamato, nei pressi della Croce blu si è alzato in piedi e ha mosso autonomamente i passi per salire appoggiandosi – non sorretto – a me, al suo parroco, all’accompagnatore – cosa fisicamente impossibile per le sue condizioni: è salito fino in cima insieme alla moglie e ai due bambini, e alla vista della statua della Madonna è scoppiato in lacrime. Per la strada più dolce dei misteri del Rosario siamo poi ridiscesi. Tornato al suo paese di Piane Crati cammina, non usa più le carrozzine, di notte dorme senza il respiratore e gli è stata tolta la peg. I medici dichiarano inspiegabile questa condizione, non essendoci al mondo casi di remissione della Sla». Fin qui la testimonianza di don Palmieri che aveva conosciuto Cristian proprio nelle corsie del “Cardarelli” durante un controllo al quale l’impiegato cosentino si era sottoposto per verificare lo stato della sua patologia.