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"Aggredita per 5 euro", in realtà era solo svenuta

"Aggredita per 5 euro", in realtà era solo svenuta

«Erano in cinque, mi hanno aggredita e dopo avermi colpita con un pugno allo stomaco mi hanno rapinato anche se in tasca avevo solo 5 euro». A raccontare questa allucinante storia di violenza urbana è una quindicenne, una ragazza giovanissima che s’è appena ripresa dopo essere stata ritrovata a terra priva di sensi. I poliziotti della squadra volante e della mobile sono lì ad ascoltarla, decisi a chiarire i contorni d’una vicenda oscura iniziata nella tarda serata di sabato scorso in zona piazza Europa. È proprio lì, nel cuore del centro cittadino, che la quindicenne è stata soccorsa e accompagnata in tutta fretta all’Annunziata. In ospedale non ci hanno quindi pensato un attimo ad allertare gli uomini del questore Luigi Liguori. I primi ad arrivare sono gli agenti della volante, guidati dal vicequestore Cataldo Pignataro e dal commissario capo Giuseppe Massaro, che tuttavia iniziano a nutrire più d’un dubbio sulla versione recitata dalla ragazzina. Il racconto del “branco” scatenato per una banconota da 5 euro non convince, anche e soprattutto alla luce del referto medico: nessuna ferita, nessuna escoriazione, niente di niente. Un pugno al ventre seguito da una rovinosa caduta per terra difficilmente non lascia segni. Eppure, quella giovanissima è perfettamente illesa. Nella delicata faccenda vengono così coinvolti i colleghi della squadra mobile, esperti detective diretti dal vicequestore Giuseppe Zanfini, che avviano tutti gli accertamenti tecnici del caso. Una delle prime azioni investigative è rintracciare ed acquisire le immagini registrate da eventuali telecamere di videosorveglianza presenti nei paraggi. La ricerca non è così complicata – siamo nel in pieno centro e di “occhi elettronici” puntati sulla strada ce ne sono diversi – i fotogrammi decisivi saltano rapidamente fuori. I poliziotti trovano la giusta inquadratura e vedono la quindicenne passare una prima volta in compagnia d’un ragazzo. Pochi minuti dopo la scena si ripete, ma stavolta la giovane è sola al di sotto della telecamera di sorveglianza distante una manciata di metri dal fazzoletto d’asfalto in cui la minore verrà ritrovata priva di sensi. La realtà assume quindi contorni diversi. E dopo qualche resistenza la ragazzina capisce che è arrivato il momento di vuotare il sacco. Nessuno l’ha aggredita, nessuno l’ha picchiata per strapparle quel poco di denaro che portava con sé. La storia è un’altra: il giovane che all’inizio s’intravede al suo fianco altri non è che il fidanzatino. In quei minuti tra di loro era esplosa un’accesa discussione, i soliti affari di cuore tra ragazzi. Lui le avrebbe (il condizionale è d’obbligo vista la tendenza a mentire della protagonista) pure mollato un ceffone prima di andarsene. Lei soffre d’attacchi d’ansia e quel litigio innesca la reazione che le fa perdere i sensi. Altro che il “branco” in azione in una delle tante, troppe notti brave in salsa cosentina...

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