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Cosenza, nove mesi per una visita al cuore

Cosenza, nove mesi per una visita al cuore

Nove mesi bastano per avere un bambino. Un’attesa che può tuttavia diventare intollerabile quando in ballo non c’è il lieto evento più emozionante dell’esistenza umana, bensì un controllo medico generale e al tempo stesso fondamentale per chi soffre di cuore. Un’amara realtà, quella delle liste d’attesa infinite della sanità pubblica, con la quale deve fare i conti un pensionato bruzio di 66 anni. Il paziente cardiopatico, venerdì scorso, s’è prima recato all’Annunziata per prenotare la sua visita. Arrivato al Cup s’è però ritrovato davanti a una coda interminabile di utenti, scena abbastanza frequente nella cittadella ospedaliera cittadina. Il pensionato a quel punto ha deciso di girare i tacchi per cercare una soluzione alternativa, spostandosi dall’area di via Zara in direzione via Popilia. La sgradita sorpresa s’è manifestata qualche minuto dopo aver varcato la porta del poliambulatorio Asp e aver afferrato il bigliettino elimina-code: per una visita cardiologica con ecocardiogramma ed elettrocardiogramma bisogna andare oltre il capodanno 2018 visto che la prima data disponibile scatta il prossimo 10 gennaio. Una “mazzata” ben assestata sulla testa del pensionato che, nonostante i diversi problemi di salute che lo affliggono, fino a due giorni fa non aveva mai avuto alcun problema di questo tipo.

Alle sue rimostranze, l’addetto allo sportello ha comunque replicato con gentilezza mista a impotenza: «Signore, purtroppo non ci possiamo fare niente. Prima di quella data non ci sono posti». La sfortunata vittima dei tempi biblici della sanità nostrana – l’ultima d’un elenco interminabile – ha quindi capito di dover desistere. Le strade da seguire erano a quel punto soltanto due: aspettare il 2018 sperando che nel frattempo nulla di preoccupante accada oppure pagare e recarsi in una struttura privata. Un bivio davanti al quale si ritrovano molto spesso fin troppi cosentini. «Non voglio pensare male di nessuno – racconta quasi incredulo il paziente – però non è possibile aspettare tutti questi mesi per una persona che ha bisogno». Mettere mano al portafoglio, poi, per tante famiglie non è così semplice anche quando in ballo c’è la salute d’un proprio caro. «Si sa cosa succede quando si va in una struttura privata – aggiunge il pensionato – oltre ai 150 euro per la visita ci sono spesso e volentieri altre spese aggiuntive. Mi chiedo solo se esista veramente questa libertà di scelta tra gli ospedali pubblici e le cliniche private». Un quesito che alla luce di quanto accade a cadenza praticamente giornaliera, si riempie di retorica e un pizzico di sarcasmo.

Disagi ne hanno vissuti parecchi anche gli avventori che all’inizio della scorsa settimana hanno provato a prenotare una visita ginecologica al Cup dell’Annunziata. Un nuovo stop temporaneo del sistema informatico ha infatti rallentato l’attività degli sventurati operatori agli sportelli, costretti a fronteggiare un’utenza ancora una volta beffata dai disservizi.

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