Il “Gay pride” è una manifestazione figlia di un bieco «conservatorismo»? A sentir l’amministrazione comunale di Cosenza sembrerebbe proprio di si. La Giunta, guidata da Mario Occhiuto, ha infatti negato il patrocinio del Municipio all’iniziativa prevista per il primo luglio prossimo nella città dei Bruzi. È la prima volta che qualcuno “bolla” ufficialmente la sfilata che vede insieme omosessuali e lesbiche come «stereotipata e conformista». In genere, rispetto a manifestazioni del genere, ha sempre regnato il “politicamente corretto” tanto ipocritamente caro al nostro Paese. Ma ecco cosa scrive l’amministrazione municipale: «Abbiamo sempre sostenuto nei fatti le battaglie contro le discriminazioni sull’orientamento sessuale. Promuovendo iniziative nelle scuole e attivando progetti mirati al rispetto dell’identità di genere e all’educazione sentimentale. Consegnando all’Arci Gay di Cosenza dei locali all’interno della Casa delle Culture perché ne facessero la loro sede d’incontro e di discussione. Siamo sostenitori della cultura della tolleranza e della non discriminazione. Continuiamo a ritenere che il consolidamento di una cultura non-sessista passi attraverso il rispetto del vissuto di appartenenza ad un genere o all’altro, o ad entrambi. Non ci convince però la spettacolarizzazione della preferenza sessuale spesso ostentata attraverso modalità stereotipate e conformistiche. Il nostro Gay Pride ricorre 365 giorni all’anno. Per questi motivi e soprattutto per rispetto alle perplessità rappresentateci, in tal senso, da gran parte dei tanti amici gay che vivono con serenità la propria quotidianità sessuale in una città aperta e tollerante quale è Cosenza, preferiamo come Ente Locale non patrocinare l’iniziativa del Gay Pride. L’innovazione si misura attraverso la capacità di superare luoghi comuni e consuetudini. In questo il senso, il Gay Pride è paradossalmente figlio di una cultura paradigmatica e conservatrice. Per noi e per la comunità cosentina è naturale concepire la coesistenza di persone che sono uguali in ogni loro sfaccettatura. Diamo il benvenuto agli amici gay che parteciperanno alle diverse manifestazioni previste in città e restiamo disponibili per condividere e patrocinare altri eventi che promuovano i concetti di tolleranza e di lotta ad ogni discriminazione». Immaginabili le reazioni.
Da sinistra tuona il Pd, con il capogruppo in Consiglio Damiano Covelli. «Assistiamo alla riproposizione dei vecchi stereotipi – afferma Covelli – che “tollerano” l’omosessualità e la diversità purché se ne stiano ben nascoste e magari si vergognino anche un pò. Della serie “io non sono razzista ma i neri stiano lontano da me”. La concezione culturale alla base del rifiuto del patrocinio è, quindi, quanto di più conformistico e conservatore ci possa essere. Altro che innovazione. Da Mario Occhiuto, sindaco di Forza Italia, non ci aspettavamo altro. Forse questa è una delle poche decisioni politiche non ipocrite assunte in sei anni di sindacatura. Gratta via la patina del “rivoluzionario visionario” ed esce fuori la solita destra reazionaria e bigotta».