«La città unica lo è già di fatto. Alcuni perdono tempo nel dibattito per interesse politico perché in ogni collegio c’è chi vuole mantenere la situazione com’è per fini elettorali e non per il bene della gente. Secondo me, però, è un processo ormai ineludibile». Mario Occhiuto ribadisce l’ok alla fusione con Rende e Castrolibero in una prima fase, poi col resto dell’area urbana. Ma sottolinea che qualcosa non va: «I matrimoni non si fanno da soli. Abbiamo almeno bisogno della decisa volontà del Comune di Rende. Ad ogni modo è un processo che oramai si può soltanto rallentare perché non è più eludibile, soprattutto per i servizi alla cittadinanza. La mia giunta ha già firmato una delibera proprio perché mi sono sottratto a questo teatrino della politica. Nei giorni scorsi ho parlato nuovamente col sindaco Manna e l’ho visto molto motivato». Il primo cittadino di Cosenza ha però aggiunto che il collega di Rende ha difficoltà a fare passare l’idea nella sua maggioranza.
Occhiuto ha parlato di questo e molto altro ieri mattina nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, rispondendo alle domande dei giornalisti nel primo anniversario del trionfo elettorale il 6 giugno 2016.
Nuovo stadio e molto altro
L’architetto ha raccontato il Piano strutturale che cambierà il volto della città: «Su via Popilia e nell’ultimo lotto abbiamo il Piano per le periferie, così come pure per Vaglio Lise. Utilizzeremo l’Agenda urbana con oltre 30 milioni di euro. Stiamo portando avanti il progetto del nuovo stadio che è un progetto a tutto tondo sulla riqualificazione di un’ampia area che abbraccia quartieri periferici. Si può dire che, con il prossimo Psc, ribalteremo la concezione di urbanistica in questa città. Con questo Piano, infatti, chi lo vorrà, potrà andare a risparmiare nel pagamento degli oneri se si recupereranno pezzi del centro storico. Mentre in una zona come quella di Gergeri, più contemporanea, c’è il vincolo paesaggistico. Per i privati ci saranno premialità se saranno recuperati vecchie porzioni di territorio. Un incentivo è legato alle aree verdi e un altro sulla possibilità di fare progetti di qualità. Si tratta d’un piano a consumo zero». Occhiuto non vuole solo l’isola pedonale ma tutto il centro a misura di pedone. «La città è loro», ha aggiunto. Quindi ha parlato dei conti, chiarendo d’avere trovato residui attivi fasulli a coprire i buchi di bilancio, e ricordato che poco dopo l’insediamento la Corte dei conti certificò il dissesto comunale, dal quale comunque, ormai, il municipio è quasi fuori.
Grandi opere e Alarico
Di fronte a tutta la sua giunta, Occhiuto ha snocciolato i grandi obiettivi del futuro, prossimo e lontano: «A settembre inauguriamo il ponte di Calatrava. Il nostro diventerà uno dei suoi ponti più importanti perché è la sintesi della sua architettura e, a mio parere, con l’antenna alta 90 metri, è più bello di quello di Siviglia. Stiamo predisponendo un Museo d’arte contemporanea per circa 300 opere degli artisti emergenti dei BoCs Art».
Il sindaco ha richiamato il sogno Alarico: «Per 1.600 anni questa è stata una storia riportata tra l’altro da numerosi autori di storia antica. Ho letto al ministro Franceschini i passaggi contenuti in vari libri che accreditano la presenza a Cosenza della tomba del re dei Goti. Vorrei che mi si spiegasse perché gli scavi sono stati bloccati per un fatto ideologico di qualcuno quando non abbiamo nemmeno chiesto finanziamenti. Franceschini – ha concluso Occhiuto – mi ha garantito che mi darà una risposta a breve. Il progetto di Alarico è un’idea da sfruttare sul piano attrattivo e turistico per portare ricchezza al territorio e al nostro Centro storico dove, soprattutto, vogliamo riportare la vita».