Non c’è pace per l’ex fabbrica della Legnochimica, a Rende. Da anni ormai è come se fosse una condanna per i cittadini d’oltre Campagnano che respirano, a periodi alterni, aria certamente non salubre e odori nauseabondi provenienti dalla zona industrale, un tempo sede della lavorazione del legno.
Da almeno una settimana a questa parte la nuvola di fumo e la puzza hanno preso il sopravvento, però. Tanto da far emettere un’ordinanza d’urgenza al sindaco Manna venerdì sera per «cautelare» i cittadini che risiedono nell’area e consigliare loro di chiudere addirittura finestre e aperture abitative.
Per tutta la giornata di ieri la preoccupazione non ha lasciato il campo alla speranza. Sin dalle prime ore ad ogni modo e fino alla tarda sera di ieri l’amministrazione comunale ha messo in moto una sorta di task force per trovare rimedi e soluzioni. Oltre a diversi sopralluoghi, quindi, ai quali hanno preso parte il sindaco Manna, il comandante provinciale dei vigili del fuoco, il prefetto di Cosenza, molti tecnici, l’Arpacal che sta continuando senza soste a controllare la qualità dell’aria ed il capo della Protezione civile regionale Carlo Tansi, si è reso necessario rendere operativo il Com (Centro operativo comunale) nella sede del Municipio, alla presenza tra gli altri del rettore dell’Unical, Gino Mirocle Crisci, nella veste di geologo e tecnico esperto della questione, del prefetto Gianfranco Tomao e del governatore Mario Oliverio.
Nel frattempo le prime notizie hanno confermato che l’incendio che ha colpito una delle cosiddette vasche dell’ex Legnochimica sia stato di natura dolosa. Il materiale che continua a bruciare, monitorato in tempo reale dalle unità mobili e fisse dell’Arpacal, è riferibile o compatibile con la combustione di materiale organico esclusivamente di origine vegetale. Escludendo, di fatto, la combustione di qualunque tipo di materiale di altra natura. Per tutto il giorno si sono susseguite operazioni di spegnimento dell’incendio attraverso la messa in azione di 13 autobotti ad alta capacità fornite in gran parte dalla protezione civile della Regione (15mila litri ognuna), tre idrovore ad alta portata dei vigili del fuoco che hanno riversato all’interno delle vasche un gettito continuo di acqua.
Non solo: sono state predisposte delle torri faro per illuminare a giorno tutta l’aria e consentire le operazioni di spegnimento anche durante la scorsa notte. L’evoluzione del fenomeno è, ancora adesso, costantemente tenuto sotto osservazione da parte di tecnici della protezione civile e del vigili del fuoco e di apparecchi strumentali che campionano la qualità dell’aria nel settore interessato dall’evento. Nel primo pomeriggio anche l’arrivo dell’elicottero di Calabria verde munito di altri mille litri a supporto delle operazioni. Così come l’interessamento del presidente della giunta regionale, Mario Oliverio, che è voluto rendersi conto personalmente di quel che sta accadendo. Per fortuna, pare, non si sono registrati casi di ricorso a cure sanitarie. I cittadini possono chiamare il numero verde della sala operativa della Protezione Civile Calabria attivo 24 al giorno sette giorni su sette che è il seguente: 800222211. «Nessun allarme ma la situazione deve essere monitorata costantemente», ha dichiarato il prefetto Tomao intervenuto sul posto. Manna invece è in attesa (occorre aspettare domani, lunedì) degli accertamenti su acqua e aria e sulle diverse analisi effettuate. Solo dopo aver letto i risultati il sindaco potrebbe decidere di annullare la precedente ordinanza. Un call center di contrada lecco, su sollecitazione dei sindacati, ha sospeso l’attività lavorativa dei 400 lavoratori in attesa che la situazione ambientale migliori.
Pur non riscontrando situazioni di gravi cirticità ambientali, ad ogni modo, le polemiche non mancano. Tra tutte quelle dell’associaizone “Crocevia” che da anni si occupa di tenere acceso il dibattito sulla Legnochimica. Ieri pomeriggio, alle 16, I componenti si sono ritrovati e con ogni probabilità già da questa mattina effettueranno un sit in pacifico dinanzi il Municipio rendese per far sì che l’iter – più che altro una soluzione definitiva al problema – venga individuata al più presto. Arriverà l’attesa svolta per una controversa questione che si trascina da troppi anni ormai?
La situazione adesso non è più tollerabile. Così hanno detto e ridetto i cittadini della zona industriale, le associazioni e le istituzioni tutte sedute intorno ad un tavolo. La puzza e quel fumo, appena le temperature si alzano (al di là degli incendi) non sono più consentiti. Anche il mondo politico, manco a dirlo, non è stato in silenzio. Massimiliano De Rose, ad esempio, consigliere di “Rende cambia Rende” ha scritto al sindaco per sospendere tutte le attività programmate e non necessarie (ieri, alle 17, alla palestra di Quattromiglia era prevista una manifestazione sportiva con bimbi tra i partecipanti). Il grillino Domenico Miceli chiede l’intervento della Procura di Cosenza.
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