Armi, droga e furti. Su questa direttrice si snoda l’articolata attività d’indagine dei carabinieri della Compagnia di Scalea, iniziata a febbraio del 2015 e conclusa ieri con l’esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Paola, su richiesta del sostituto procuratore Anna Chiara Fasano.
A finire nei guai, Nino Bellocco, 64enne, già noto negli ambienti investigativi, accusato di detenzione illegale di armi e munizionamento; Marcello Lamoglie, 35enne, sorvegliato speciale, accusato di furto in abitazione aggravato in concorso; e Ciro Impieri, 26enne, già sottoposto agli arresti domiciliari per l’operazione “Murales”, accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Tutt’e tre sono di Belvedere. Per Bellocco è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Divieto di dimora nel comune di Belvedere, invece, per Lamoglie, mentre Impieri ha l’obbligo di presentazione alla Procura generale. L’operazione è frutto della sinergia tra i carabinieri del Comando di Scalea e la squadra di artificieri-antisabotaggio del Nucleo investigativo del Reparto operativo del Comando provinciale di Cosenza: uomini impegnati sul Tirreno cosentino per dipanare una matassa, all’apparenza ingarbugliata.
I fatti risalgono a febbraio del 2015: in un terreno incolto di Belvedere, i carabinieri della locale Stazione trovano, sotto cespugli e rovi, 500 munizioni di vario calibro. L’ipotesi è che siano state occultate per poi essere usate per compiere azioni criminali sull’Alto Tirreno cosentino. Vengono avviate le indagini dei carabinieri del Norm di Scalea e dei colleghi di Belvedere: i militari, coordinati dal capitano della Compagnia scaleota, Alberto Pinto, devono comporre il mosaico investigativo per capire chi ha nascosto in quel terreno le munizioni e cosa doveva farne. Raccolgono elementi utili all’indagine, controllano e incrociano dati, fino a risalire a Bellocco, all’epoca dei fatti sorvegliato speciale. Volto noto alle forze dell’ordine che nel 2012 lo avevano arrestato per presunte estorsione e atti persecutori nei confronti di una colf rumena. Per l’accusa quelle munizioni sarebbero di Bellocco.
Pare che il 64enne avesse disponibilità di armi da fuoco. Si tratterebbe di un fucile e di una pistola, che sarebbero risultati rubati. Stando al quadro accusatorio, Bellocco si sarebbe rifornito da Lamoglie: con lui pare fosse in contatto per avere altre munizioni e stesse contrattando per una seconda pistola. Nel corso dell’attività Lamoglie sembra sia stato trovato in possesso di refurtiva, provento, sembra, di saccheggi perpetrati tra Santa Maria del Cedro e Belvedere, nel biennio 2015-2016. In tutta questa vicenda farebbe, poi, la sua entrata in scena Ciro Impieri, detto “U ciccio”. Pare che a lui si rivolgessero Bellocco e Lamoglie per comprare dosi di marijuana, che il 26enne sembra spacciasse sulle piazze della costa tirrenica cosentina. Nello stesso contesto investigativo, i carabinieri hanno denunciato due uomini con l’accusa di furto in abitazione ai danni di anziani. Episodi criminali che sarebbero avvenuti nel 2015 sempre a Belvedere.
Nella fase investigativa, inoltre, i militari hanno arrestato sei soggetti in flagranza di reato (già giudicati in direttissima) per furto aggravato in abitazione in concorso. Gran parte delle refurtiva è stata restituita ai legittimi proprietari.