È tornato, dopo circa un’ora, sul luogo dell’aggressione per scusarsi di quanto era accaduto in precedenza e ad attenderlo c’erano i carabinieri che lo hanno identificato e, dopo le formalità di rito, gli hanno notificato – su istanza del pm Giuseppe Visconti – una denuncia a piede libero.
È accusato di lesioni gravi il ventenne che l’altro ieri sera, poco dopo le 23, in un bar di via Misasi, ha sferrato una coltellata alla gola di uno dei dipendenti del locale. Tra i due c’erano vecchie ruggini. Questioni irrisolte per motivi che a lume di logica potrebbero rivelarsi, in seguito, abbastanza banali. Saranno le indagini – coordinate dal capitano Jacopo Passaquieti e dal tenente Felice Bucalo – a chiarire il movente del’aggressione. Secondo il racconto di alcuni testimoni, il giovane è entrato nel locale insieme a un altra persona (che i carabinieri stanno tentando d’identificare dalla visione dei filmati delle telecamere a circuito chiuso) e dopo un breve diverbio col banconista avrebbe estratto un coltello. Poi è stato un attimo: in un soffio dal collo del barista è sgorgato un fiotto di sangue e i due giovani hanno lasciato il locale. Dopo aver raggiunto l’auto, parcheggiata in seconda fila, l’aggressore e il suo accompagnatore hanno fatto perdere le loro tracce. Nel frattempo sono stati allertati i carabinieri e un’ambulanza del 118. Il barista, dopo le prime cure sul posto, è stato trasportato nel pronto soccorso dell’Annunziata. I militari dell’Arma hanno raccolto le dichiarazioni dei presenti e sequestrato i filmati delle telecamere. Dopo quasi un’ora il ventenne s’è presentato nel bar per chiedere scusa e assumersi la responsabilità dell’accaduto. Del coltello però si sono perse le tracce.(e.o.)
È tornato sul luogo dell’aggressione il ventenne che ha sferrato una coltellata a un dipendente di un bar di via Misasi. Davanti ai carabinieri ha ammesso la responsabilità di quel gesto che al barista è costato un a prognosi di poco più di quindici giorni. I militari dell’Arma adesso stanno tentando di ricostruire la vicenda e d’identificare l’altra persona coinvolta.
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