L’avvocato Roberto Perrotta scrive la storia. Mai nessuno al comune di Paola nel secondo dopoguerra come lui. Per la terza volta indosserà la fascia tricolore. Ma Ferrari recupera tanto rispetto al primo turno. Lo scarto tra i due è molto basso. Il dato dell’affluenza di ieri rispetto al primo turno scende. Alle 12 si è recato alle urne il 20,9% contro il 23,06 di quindici giorni fa. Alle 19 si va ancora abbassando e arriva solo al 41,69% contro il 52,91. Infine alle 23, ultimo dato, la percentuale è di 62,75 contro il 69,98.
Il due volte sindaco dopo un primo governo (nel 2003) interrotto anzitempo nel 2006 si era riconfermato l’anno successivo. Il terzo sigillo è giunto ieri. Basilio Ferrari sindaco uscente è stato in carica cinque anni. Aveva già provato nel 2007 a sfidare Perrotta ma non raggiunse il ballottaggio.
La storia si ripete. Il socialista batte ancora una volta l’eterno rivale forzista. Scenari comunque molto diversi rispetto a dieci anni fa. L’esponente del centrosinistra ha incassato 4.581 voti, pari al 52,77%. Ferrari si è fermato a quota 4.100 preferenze, pari al 47,23% dei consensi totali.
A mezzanotte passata, a giochi quasi fatti, Perrotta si è presentato nella sede del Pd per il bagno di folla. Le prime parole sono state per coloro i quali lo hanno votato. Provato e emozionato il socialista si è lasciato andare in un abbraccio collettivo. Perrotta, nella competizione si è presentato al via con una coalizione di diverse espressioni denominata di salute pubblica. Si è dimesso dal consiglio comunale per dedicarsi a tempo pieno alla sua corsa al comune. Un lavoro politico di fino. Ha raccolto in un unico contenitore gli scontenti della destra e quelli della sinistra. Li ha fatti candidare in distinte liste. E di questo bisogna rendere atto al politico Perrotta. La strategia ha pagato. In particolare quando è riuscito a persuadere il Partito democratico a imboccare insieme la stessa strada. E il Pd, lo dice il dato elettorale, ha fatto la differenza. L’ha fatta in particolare Graziano Di Natale quasi settecento preferenze e circa 1.200 i voti del partito. Di Natale ha confermato di essere un grosso portatore di voti. Si è sacrificato ancora una volta. Come nel 2012. Si è messo da parte per consentire l’unione tra il Psi e il Pd innanzitutto e poi con gli altri mini universi del centrosinistra e dell’ex destra.
Ferrari per contro ha perso pezzi importanti di centrodestra che sono andati a formare una lista proprio con il suo antagonista. E in parte anche questo è stato determinante sull’altro fronte.
È stata una battaglia politica dura dalle prime battute. Il cambio di marcia è avvenuto all’ultimo comizio nelle due piazze. Quella per tradizione di destra e quella di sinistra. Basilio Ferrari (in piazza IV Novembre) e Roberto Perrotta (in piazza del Popolo) hanno ingranato la quinta nell’appuntamento del venerdì sera prima del silenzio elettorale. Ferrari ha parlato da solo. Nessuno è salito sul palco insieme a lui. Il sindaco uscente ha dimostrato dinamismo e questa volta ha dato anche molto spazio ai programmi oltre al lavoro fatto in comune in questi anni. Il due volte primo cittadino è invece stato accompagnato prima della sua chiusura dagli interventi di alcuni suoi candidati come del resto era diventata, anche nei quartieri, esperienza consolidata della sua campagna elettorale. Anche lui ha parlato col cuore.
Basilio Ferrari e Roberto Perrotta hanno una lunga esperienza politica alle spalle. Ferrari bagna il suo esordio in assise consiliare “solo” nel 2001 entrando quale consigliere comunale di maggioranza nel governo a guida di Giovanni Gravina. Perrotta ha invece alle spalle una trafila più lunga. È emerso in particolare nel secondo governo Ganeri (nel 1999) dove ha occupato nell’ultimo scorcio di legislatura la carica di vicesindaco.
Ferrari e Perrotta provengono da scuole politiche diverse. Il primo convinto assertore del centrodestra berlusconiano sin dagli inizi, il secondo dopo un periodo nella corrente dei Ds dei Cristiano Sociali è divenuto punto di riferimento del partito socialista nel comprensorio.
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