La terra dei collaboratori di giustizia sforna una nuova “gola profonda”. L’ennesima sulle rive del Crati. Quello del pentitismo, a Cosenza, è del resto un fenomeno che registra numeri altissimi. In tanti, del resto, di fronte alla prospettiva del carcere e di possibili ritorsioni, pur non essendo criminali di alto bordo (e quindi possessori di informazioni di piccolo o piccolissimo cabotaggio per il lavoro degli investigatori) preferiscono buttarsi tra le braccia dello Stato con tutti gli annessi e connessi. Una “specialità” tutta bruzia che spinse un vecchio esponente della criminalità organizzata della Sibaritide ad affermare, in una significativa intercettazione di qualche anno fa, che «a Cosenza ci sono più infami che marciapiedi».
Anche in questo caso il pentito arriva dal variegato mondo dello spaccio di sostanze stupefacenti. Il suo nome è Vincenzo De Rose, 33 anni, un giovane del centro storico con una lunga serie di problemi giudiziari alle spalle proprio a causa della “roba”. Pochi anni fa De Rose finì nella rete tesa dagl’inquirenti contro un nutrito gruppo di pusher attivi proprio a Cosenza Vecchia. L’operazione “Job Center” – inchiesta che ha già partorito un altro collaboratore di giustizia, cioè Marco Paura – evidenziò che lo smercio di droga era un vero e proprio lavoro, con tanto di richiami a chi si assentava dal proprio posto nelle piazze di spaccio cittadine. Vincenzo De Rose è stato pure condannato a 8 anni e 10 mesi di reclusione per quella storia. Ma pochi giorni fa, nel corso di una perquisizione all’interno della sua abitazione dove stava scontando gli arresti domiciliari, i carabinieri della Compagnia bruzia ritrovarono oltre ad alcuni chili di stupefacenti anche una pistola con matricola abrasa. Appena scattate le manette, il 33enne ha scelto di saltare definitivamente il fosso. Come da procedura, lui e i suoi stretti familiari sono stati trasferiti in tutta fretta in una località segreta. Eppure, alcuni suoi parenti – altro aspetto tipico dei pentimenti cosentini – hanno immediatamente preso le distanze. Un chiaro messaggio rivolto al consanguineo, probabilmente invitato a valutare gli effetti della sua decisione. Così come avvenuto con Paura, anche Vincenzo De Rose sarebbe intenzionato a rivelare modalità e nomi dei protagonisti del traffico di stupefacenti in città e non solo. Un ricco business rinforzato da una domanda in costante crescita. Le sue parole, tuttavia, dovranno essere valutate con estrema attenzione dagli inquirenti. In modo tale da scacciare il dubbio che si tratti dell’ennesima collaborazione senza effetti o quasi sull’universo criminale bruzio.
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