La relazione annuale del presidente della Corte d’appello, Domenico Introcaso, fornisce un ritratto della ’ndrangheta in evoluzione. Una ’ndrangheta sempre famelica e vorace, padrona sull’asse Cosenza-Tirreno, con Franco Muto riconosciuto sultano, capo assoluto, boss, uomo di affari e di riferimento nel Cosentino per le famiglie di Reggio e Cirò. Il linguaggio burocratico del documento, presentato, ieri mattina, all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Catanzaro, non impedisce di percepire il cambiamento epocale che si sta vivendo all’interno delle cosche. Un cambiamento che rappresenta il mondo nero esplorato dalla Commissione parlamentare antimafia.
La bussola che guida il ragionamento della magistratura distrettuale è rappresentata dalle evidenze investigative emerse dalle inchieste Frontiere-Cinque lustri che hanno indicato le nuove coordinate geografiche dei clan a Cosenza e provincia. Con gli storici padrini al carcere duro, e qualche guappo a gestire lo spaccio e il racket delle estorsioni, la mafia delle ’ndrine in questa sterminata provincia ha subito una mutazione genetica.
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