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L’autore della strage di Rende era depresso

L’autore della strage di Rende era depresso

Aveva un nemico che gli cresceva dentro Salvatore Giordano, il commerciante di cinquantasette anni che, nella notte tra la domenica e il lunedì di carnevale, ha sterminato la sua famiglia prima di suicidarsi. Amici e conoscenti sfilano da giorni, ormai, davanti agli inquirenti e raccontano che era una persona perbene ma, specie negli ultimi mesi, era solito rabbuiarsi. Si estraniava Salvatore Giordano. Così, all'improvviso, partiva per mondi lontani, insondabili, inaccessibili. Era come se, a un certo punto, si aprisse un gorgo e ne venisse risucchiato. Poi tornava: ne veniva fuori da quel gorgo. Ne veniva fuori portandosi dietro un umore nero che lo rendeva irriconoscibile. È questo, a grandi linee, lo scenario, il ménage famigliare, che la moglie del commerciante aveva confidato ad alcune amiche. Un dato che, adesso, emerge dalle testimonianze, la maggior parte delle quali danno consistenza a ciò che gli addetti ai lavori sono soliti far rientrare all’interno d’un grave quadro depressivo. In ogni caso, le indagini – condotte dal capo della Procura Mario Spagnuolo, l’aggiunto Marisa Manzini e il sostituto Domenico Frascino – tengono in considerazione, non trascurano affatto, la pista economica. I carabinieri della compagnia di Rende – coordinati dal capitano Sebastiano Maieli – da giorni stanno analizzando i bilanci del negozio che il cinquantasettenne gestiva insieme al fratello.

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