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Prestanome e autoriciclaggio, tre arresti

La Guardia di Finanza di Paola ha arrestato 3 persone, accusate di aver costituito e organizzato un'associazione a delinquere composta da 17 soggetti, perlopiù prestanome, per commettere reati contro il patrimonio. In particolare, l'associazione, attribuiva fittiziamente la titolarità di società e aziende al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali, evadere imposte, tasse e contributi e truffare soggetti terzi anche attraverso l'autoriciclaggio di somme di denaro. L'operazione, denominata "Camaleonte", ha portato in carcere Agostino Iacovo, di 40 anni, di Cetraro, già noto alle forze dell'ordine, ed ai domiciliari Salvatore Sciammarella (62), di Paola, e Adele Nutino (44), di Cetraro, entrambi ritenuti stretti partecipi e organizzatori dell'associazione.

Le accuse contestate, a vario titolo, sono associazione a delinquere, autoriciclaggio, truffa e trasferimento fraudolento di beni e valori. "Si è trattato - ha detto il procuratore di Paola Pierpaolo Bruni incontrando i giornalisti - di un'indagine particolarmente complessa e stiamo concentrando le nostre attenzioni per combattere reati societari, contro la pubblica amministrazione e in materia ambientale. Tutte indagini che richiedono impegno, professionalità e accertamenti complessi. Il provvedimento di oggi è stato emesso dopo l'esecuzione di una prima misura cautelare del marzo 2017 che aveva portato all'arresto di 3 persone (una in carcere e due ai domiciliari), all'applicazione dell'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per altri 11 indagati e al sequestro preventivo di 12 società, complessi aziendali, beni e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo pari ad oltre 2 milioni di euro.

In questa seconda fase delle investigazioni sono state accertate anche condotte di autoriciclaggio per importi superiori a 100 mila euro, e sono state sequestrate quote sociali di 2 società, complessi aziendali, beni immobili, mobili, autovetture e disponibilità finanziarie riconducibili alle persone indagate, per un valore complessivo pari ad circa un milione di euro. "Si tratta di una vera e propria associazione a delinquere - ha sostenuto Paolo Marzano comandante della compagnia della Guardia di Finanza di Paola - strutturata, seriale, che ha consentito la gestione di attività illecite a Iacovo attraverso prestanome a lui legati da rapporti consolidati nel tempo. Negli atti anche una serie di email con le quali Agostino Iacovo impartiva ordini e minacce ai prestanome, generalmente persone molto giovani o anziani, in situazione di indigenza che si prestavano consapevolmente all'attività illecita". (A.A.)

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