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Nel giallo emerge un'ipotesi alternativa

Nel giallo emerge un'ipotesi alternativa

È morta ma il mistero è proprio come sia morta. Quella del delitto sembrava l’unica pista possibile, poi, dopo i rilievi dei detective della Scientifica del Nucelo investigativo del Reparto provinciale dell’Arma, con i primi dubbi è affiorata anche l’ipotesi alternativa di una morte non violenta.

Un enigma che, tuttavia, l’ispezione cadaverica da sola non ha cancellato. E, allora, bisognerà aspettare l’autopsia che, probabilmente, verrà eseguita oggi, nell’obitorio dell’ospedale “Ferrari” di Castrovillari e dovrà svelare se è stato omicidio o è stata una disgrazia al primo piano di quella casa in Vico Cieco, una traversa della centralissima via Mortati di Santa Sofia d’Epiro, nel Cosentino.

È lì che i carabinieri hanno scoperto il cadavere di Ina Jurjeva, 42 anni, bracciante agricola originaria della Lituania, sul letto, vegliato a breve distanza dal compagno ucraino, ubriaco e ancora sotto choc. La donna aveva solo una lieve escoriazione al capo, nessun segno di accanimento violento. Il resto è ancora tutto da scoprire. Un caso che il capo dei pm della Procura di Castrovillari, Eugenio Facciolla, ha deciso di approfondire attraverso l’esame necroscopico.

Il giallo di Pasqua a Santa Sofia d’Epiro è cominciato il Venerdì Santo con la richiesta d’aiuto telefonica dell’ucraino a un connazionale. L’uomo, però, conosceva ciò che accadeva in quella casa e avrebbe pensato al solito litigio dell’amico con la compagna, abituali consumatori di bevande alcoliche (dentro quelle stanze i carabinieri avrebbero contato decine e decine di bottiglie vuote).

Sabato mattina, però, non vedendoli in giro come al solito, avrebbe deciso di rivolgersi ai carabinieri per andare a cercarli a casa. E dentro l’abitazione, che sorge nel centro storico del piccolo borgo arbëreshe, i detective dell’Arma della Stazione cittadina hanno trovato l’uomo ubriaco e in stato confusionale e la donna già morta sul letto. Dietro al capo solo quella lieve escoriazione. Troppo poco per considerarla con certezza vittima di un delitto. L’uomo non è riuscito a spiegare quello che era accaduto ed è stato trasferito con un’ambulanza del “118” a Cosenza, all’ospedale dell’“Annunziata”. Nell’abitazione, i carabinieri hanno messo insieme le tracce di un mosaico che resta confuso.

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